Dopo Dino Baggio, Florin Răducioiu, Marco Tardelli, ecco un’altra voce che parla di farmaci e di doping, di quegli anni da considerare bui, in cui i calciatori erano utilizzati come cavie da laboratorio chimico e della paura che tante delle morti nel calcio siano legate proprio a questo.
Inoltre questa voce ha ancora più senso ascoltarla perché a parlare è un doppio professionista, un calciatore professionista e un medico: Lamberto Boranga. Boranga ha giocato dall’inizio degli anni ’60, praticamente fino a oggi, rimanendo ad alti livelli però fino all’inizio degli anni ’80. Ripensando a quegli anni, in un’intervista rilasciata a Open, ha detto: “Ai nostri tempi si prendevano in continuazione pasticchine e pasticcone”, restando in scia con quanto detto soprattutto da Tardelli nel suo intervento di qualche giorno fa.
Il Micoren e la creatina oggi fanno paura
Il farmaco che fa paura oggi è soprattutto il Micoren, una sostanza che aiutava le capacità respiratorie. Boranga sulla questione dice: “Il vero problema è quanto si sceglieva di acquisirne: alcuni giocatori prendevano anche 10 pasticche tutte insieme. Sta lì il punto. Di Micoren c’erano anche le gocce, se ne mettevano 10 sulla zolletta di zucchero. Il problema anche lì e che molti calciatori ne prendevano oltre 20 e 30. Quando giocavo a Brescia ho visto compagni che ne prendevano una valanga”.
Ma non solo il Micoren, anche di creatina negli anni ’70 e ’80 si è fatto un abuso spropositato nel mondo del calcio. Sempre Boranga infatti conferma: “Lo stesso meccanismo riguardava anche la creatina: se è accertato che 3 grammi al giorno migliorano l’attività muscolare, 20 grammi cominciano a fare lo stesso effetto di un anabolizzante”.
I corticosteroidi degli anni ‘80
E per finire, la paura più grande, i corticosteroidi: “Poi negli anni ’80, più o meno anche negli anni stessi di Vialli, arrivarono i corticosteroidi, molto usati: un gruppo di ormoni steroidei sintetizzati nella corteccia del surrene, diventati doping soltanto tempo dopo. Sono farmaci che attivano anche la parte del fegato e del pancreas. Il cortisone è un antinfiammatorio potente, che si somministra in maniera intra-articolare senza grossi effetti nocivi. Ma se si somministra intra-muscolo, come spesso succedeva, entra in circolo in maniera molto più pervasiva”.
Un’altra voce, questa voce esperta e professionale, ci ha dato un altro elemento di discussione ma anche di riflessione. Cosa accadeva davvero in quegli anni sul corpo dei calciatori? Questa è una domanda a cui bisognerebbe rispondere in maniera seria e dettagliata e non lasciando tutto alle spalle come tanti fanno oggi.
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