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Tomasello: “Milan? Presto per parlare di crisi, ma i problemi ci sono”

“In dieci giorni i rossoneri hanno bruciato due dei principali obiettivi stagionali”

pioli salernitana milan

Fabrizio Tomasello, caporedattore di OA calcio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, la radio ufficiale della Lazio, per parlare dei prossimi avversari dei biancocelesti, il Milan. La gara si disputerà domani, martedì 24 gennaio, alle 20.45 all’Olimpico di Roma.

Milan, è vera crisi?

Il vero problema è che in appena 10 giorni il Milan ha già bruciato due obiettivi stagionali su cui puntava molto. Parliamoci chiaro, in campionato ci sono difficoltà oggettive dell’inseguimento al Napoli che va a velocità supersonica e per quanto riguarda la Champions al momento sembra un traguardo irraggiungibile. Quando Pioli sosteneva che almeno un titolo andava vinto, parlava soprattutto dei due trofei sfumati, Coppa Italia e Supercoppa“.

Le possibili ripercussioni

Bisogna capire se questa doppia mazzata può aver lasciato strascichi dal punto di vista mentale e il rischio obiettivamente c’è. In queste prime uscite ci sono parecchie cose non vanno, soprattutto dopo quei 6 maledetti ultimi minuti di Milan Roma. Ci si dimentica però che fino all’87’ di quel match il Milan era tra le squadre più solide e in forma del campionato e stava dando un sensazione totale di dominio“.

Le scelte dell’allenatore

Proprio su quel Milan-Roma, svolta in negativo sin qui della stagione rossonera, Tomasello ha sottolineato: “La sostituzione di Bennacer, a mio avviso il giocatore più determinante tra i rossoneri, può avere contribuito a minare le sicurezze del Milan, ma credo che siano state altre le sostituzioni non particolarmente lungimiranti che hanno dato il colpo di grazia. Mi riferisco all’ingresso di De Keteleare per Giroud e soprattutto quello di Gabbia per Saelemaekers con conseguente ritorno alla difesa a 3 che già a Salerno aveva creato problemi scombinando la squadra“.

I timori del tecnico Pioli

Per Pioli – ha ricordato il giornalista – non è una novità. Già all’inizio della sua esperienza rossonera è incappato in momenti di paura a fine partita. Quando stava vincendo buttava un difensore in più e cercava così di portarla a casa, col risultato di chiamare nella propria area di rigore gli avversari e spesso ha pagato dazio. Un cambio di rotta sembrava esserci stato l’anno scorso quando, messi da parte timori reverenziali, il coraggio è stata una delle caratteristiche principali del Milan nella corsa scudetto“.

L’esperienza per rimanere vincenti

Citando un’intervista di Arrigo Sacchi alla Gazzetta dello Sport, Tomasello ha evidenziato un passaggio: “Sacchi ha detto una cosa molto interessante su cui si dovrebbe riflettere che è il concetto della precarietà della vittoria. Il pericolo più grande in cui puoi incappare dopo che hai vinto nel momento in cui non riesci più a farlo. Dobbiamo fare chiarezza: il Milan ha tanti giovani in squadra, ma anche ragazzi di esperienza, tipo Kjaer, Tatarusanu, Rebic, Krunic. Il punto è quanti di questi hanno vinto e hanno avuto esperienze di successo? A parte Giroud e Ibrahimovic, che manca come l’aria, chi, a partire da Pioli, ha esperienza di gestione delle vittorie? Nessuno“.

Tattica e mercato

A complicare il quadro gli infortuni, che “stanno martoriando la stagione“, ma anche i “problemi nati dal mercato, o meglio, la mancanza di risultati portati dal mercato“.

Maldini – ha ricordato il giornalista – disse pochi giorni dopo lo scudetto che a questa squadra mancavano 2-3 acqusiti di spessore. I rossoneri avevano messo nel mirino nomi come Sanchez e Botman che poi hanno preso strade diverse e alla fine hanno scelto di puntare tutte le fiches su un solo nome, cioè De Ketelaere, provando a coprire i buchi lasciati in rosa dalle partenze a parametro 0 di Kessiè e Romagnoli con colpi dell’ultimo minuto quali Thiaw e Vrankx. Si tratta chiaramente di acquisti in prospettiva, magari diventeranno importanti in futuro, ma oggi Pioli non può contarci“.

C’è infine un problema tattico: “Con l’addio del Presidente Kessiè, il tecnico rossonero ha scelto di rinunciare a qualcosa in fase di copertura per avere di più in fase di spinta, schierando sulla tre quarti Diaz o De Ketelaere. Il problema è che poi la spinta deve trasformarsi in gol fatti. Se ti viene a mancare la diga sulla trequarti e non hai la forza e la lucidità offensiva per far male agli avversari, ecco che nasce il problema“.

Quella dell’Olimpico, dunque, si presenta come uno snodo cruciale per la stagione rossonera, con il Milan che è chiamato a fugare i dubbi che si stanno addensando sulla propria stagione e ha la possibilità di farlo nello stadio che già ha visto prendere il via alla rincorsa scudetto della passata stagione.

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