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Nations League, alla scoperta della Roja: Gavi e Pedri fanno paura

I due giovanissimi centrocampisti blaugrana garantiscono una qualità unica in Europa. Ma qualche pecca ce l’ha anche la Spagna. Ecco i punti di forza e i punti deboli delle Furie Rosse

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Pedri centrocampista Spagna
Il centrocampista Pedri in azione contro il Giappone al Mondiale in Qatar (©LaPresse)

La rivincita è servita. L’Italia di Roberto Mancini pesca la Spagna nelle semifinali di Nations League. L’urna di Nyon non è stata clemente con gli azzurri che il prossimo 15 giugno, allo stadio De Grolsch Veste di Enschede, in Olanda, affronteranno le Furie Rosse. In palio c’è la finalissima, in programma tre giorni dopo a Rotterdam. L’avversario peggiore, probabilmente, anche se gli Orange giocando in casa avranno il vantaggio del fattore campo. Un problema in più per la Croazia nell’altra semifinale.

I precedenti tra Italia e Spagna vedono la Roja leggermente avanti: 11 vittorie, 16 pareggi e 12 sconfitte; per gli azzurri 45 gol fatti e 43 subiti. Statistiche a parte, questa sfida sarà il remake della semifinale della Nations League 2021. Quella volta la Spagna espugnò San Siro grazie alla doppietta di Ferran Torres, realizzata nel primo tempo. Lorenzo Pellegrini accorciò le distanze nella ripresa ma fu tutto inutile. Il 2-1 finale fece avanzare la Roja, poi sconfitta in finale dalla Francia. Ma analizziamo i punti di forza e i punti deboli di questa nuova Spagna targata Luis De La Fuente, successore di Luis Enrique.

I punti di forza

  1. Gavi e Pedri – I due giovani terribili del Barcellona. Il primo, classe 2004; il secondo, classe 2002. In mezzo al campo ricordano il duo Xavi-Iniesta che ha fatto sognare e vincere la Spagna per anni. Dettano i tempi, verticalizzano, sono dinamici. La loro creatività sarà la chiave della Spagna di De La Fuente, che coi giovani ha sempre lavorato alla grande.
  2. Unai Simon – Qualche anno fa c’erano dubbi su questo portiere. Al Mondiale in Qatar, invece, ha dimostrato tutto il suo valore. E ora rappresenta una certezza tra i pali.
  3. Il tiki taka – Le qualità individuali dei calciatori spagnoli non le scopriamo di certo oggi. Qualità che permettono alla Roja  di primeggiare nel possesso palla facendo girare spesso a vuoto gli avversari. Ecco, Il Ct Mancini dovrà di certo trovare una chiave contro il loro infinito tiki taka. Anche quando gli azzurri vinsero gli Europei, del resto, la Spagna ebbe quasi sempre in mano il pallino del gioco.

I punti deboli

  1. Manca un centravanti vero – Da quando hanno smesso David Villa e Fernando Torres la Spagna non ha più trovato un bomber di pari valore. Morata si esalta spesso quando veste la maglia delle Furie Rosse ma un numero 9 di livello assoluto ad oggi manca: Dani Olmo, Asensio, Nico Williams, Ansu Fati, Yeremy Pino e Ferran Torres sono fortissimi ma non proprio freddi sotto porta. Speriamo sia così fino a giugno…
  2. L’addio di Busquets – Perdere un pilastro come il regista blaugrana è dura per tutti. Anche per questa Spagna. Il suo addio alla Nazionale potrebbe pesare sui tanti giovani presenti in rosa: la sua esperienza sarebbe tornata comoda.
  3. Il centrale difensivo – L’impressione è che De La Fuente stia pensando di riaprire le porte della Nazionale a Sergio Ramos. Laporte e Pau Torres sono ottimi elementi, ma dietro di loro c’è il solo Eric Garcia. Un po’ di tigna in più, là dietro, non farebbe male. E il centrale del PSg, in quanto a cattiveria agonistica, non ha molti rivali.

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