Un compleanno con il sorriso. José Mourinho compie oggi sessant’anni, da allenatore di una Roma che sembra aver trovato finalmente la sua dimensione, sia tecnica che mentale. Non ci sarebbe voluto molto, per un mister che ne ha passate di tutti i colori. E che, simpatico o meno, ha segnato gli ultimi vent’anni del calcio europeo.
In modo in cui lo abbiamo conosciuto era antitetico rispetto agli allenatori che conoscevamo fino a quel momento. Calciatore non di altissimo rango, professore di educazione fisica, ma tanta sfacciataggine. Quella che ci voleva per entrare nello staff di Bobby Robson, che lo vuole con sé prima al Benfica e poi al Barcellona. Certo, da traduttore, ma può bastare per affinare la propria cultura della panchina. Che dopo una fugace avventura di nuovo al Benfica e sei mesi di passione all’Uniao Leira, lo fa diventare protagonista al Porto.
Da lì inizia a farsi conoscere in Europa e in Italia. Sempre con il completo, faccia da schiaffi e un ghigno di sfida sempre stampato sul volto, nel Bel Paese si costruisce la fama di ‘antipatico’. Ma vince, eccome se vince. Coppa UEFA nel 2003, Champions League l’anno dopo, facendo emergere, tra gli altri, anche tutto il talento di Deco. Il definitivo trampolino di lancio di uno che, nonostante sia passato tanto tempo e tanti trofei, ha sempre quello sguardo di chi la sa più lunga degli altri. Cosa aspettarsi da uno che, presentandosi al Chelsea, si è coniato da solo il soprannome ‘The Special One’ che lo accompagna ancora oggi.
Per molti le idee di Mourinho appariranno come sorpassate. Ma non è comune rimanere sulla cresta dell’onda per vent’anni, riuscendo a lasciare un segno ovunque abbia messo piede. Parlare del triplete dell’Inter è superfluo, così come i numerosissimi trofei conquistati in carriera. A Roma ha accettato una sfida non comune, forse la più difficile della carriera. Più dell’esperienza in neroazzurro, più del Real Madrid, più del Chelsea. Nella capitale non ha una squadra già pronta a vincere, ma ha dovuto costruire passo dopo passo. E la Conference League dello scorso anno ha dato di nuovo quel sapore di vittoria nelle bocche capitoline.
Dopo qualche intoppo fisiologico, sta riuscendo nel suo intento anche in campionato, con i giallorossi che in questo 2023 hanno innestato le marce alte. Sempre con quel suo sguardo dalle trame altezzose, ma intenerito dal corso degli anni, facendolo assomigliare a quello zio un po’ burbero, con un cuore d’oro in fondo ma che vuole darlo a vedere soltanto a chi lo merita. Buon compleanno dunque, José. Ma se ci stesse leggendo, siamo sicuri che non vorrebbe il regalo quest’oggi, ma nella serata di domenica, al Diego Armando Maradona. Per dare un’altra lezione di successo alla sua Roma.
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