Il tempo a Bergamo sembra essersi fermato. Da sette stagioni, da quando Gian Piero Gasperini siede sulla panchina dell’Atalanta, ogni stagione sembra in qualche modo ripetersi.
Al netto delle differenze tra una stagione e l’altra – in qualche modo lievi, ma al tempo stesso sostanziali, specialmente per i tifosi – l’Atalanta è sempre rimasta fedele a se stessa e alle idee del suo allenatore.
Una fedeltà che dalla scrivania, in sede di scouting e di scelte di mercato – anche in uscita – passa al campo.
L’Atalanta è sempre lì
Rispetto ad un anno fa, al termine del girone d’andata, la differenza di rendimento si sostanzia in tre punti: una sconfitta in più, una vittoria in meno.
Decisivo in questo senso il trittico pre-Mondiale con tre ko consecutivi contro Napoli, Lecce e Inter.
Una conferma non scontata considerate le premesse, eppure in qualche modo attesa e certificata anche dal dato relativo ai gol: 38 fatti e 24 subiti a fine andata 2021/22, 37-23 oggi.
La costanza
Chiaramente, con il Napoli in fuga il distacco è salito dal -8 dall’Inter accusato al giro di boa dello scorso campionato, al -15 attuale, ma l’Atalanta è ampiamente in corsa per tornare in Champions League dopo una stagione di leggera flessione.
Dal 2016/17, la prima di Gasperini alla guida della Dea, i bergamaschi solo una volta (nell’ultimo campionato) sono scesi sotto i 60 punti, con due 78 consecutivi tra il 2019 e il 2021.
La corsa
Anche in questa stagione l’Atalanta è ai primi 5 posti in tutte le categorie relative alla performance e alla corsa, ad eccezione della distanza media camminata in cui è ottava.
E’ quarta per distanza media percorsa in km e per distanza media percorsa in scatto, quinta per distanza media percorsa di corsa.
Tuttavia in questa stagione l’intensità nel pressing è leggermente diminuita da parte dei nerazzurri se confrontata con le precedenti.
La tattica
Sarebbe però sbagliato ridurre l’efficacia dell’Atalanta ai soli paramatri atletici.
Provata e, di fatto, accantonata la linea a 4, il 3-4-1-2 di Gasperini ha accompagnato la traiettoria del tecnico piemontese alla guida della Dea.
Il sistema difensivo aggressivo e basato sulle marcature a uomo a tutto campo ha fatto scuola, tanto da raccogliere sempre più seguaci anche in Serie A.
Ma anche la formazione dei rombi sulle catene laterali e l’attacco dello spazio senza palla.
Le stelle
Quello di Gasperini è un calcio estremamente codificato, che si è aggiornato, ma senza mai cambiare davvero.
In questo contesto in molti si sono esaltati facendo le proprie fortune e quelle del club che ha potuto monetizzare vendendo.
Non sono, però, mancati gli attriti, specialmente coi giocatori più creativi: il Papu Gomez su tutti, per certi versi anche Josip Ilicic, con Ruslan Malinovsky ad essere l’ultimo in ordine di tempo.
L’autocrazia del collettivo
Nessuno, nella concezione di Gasperini, è al di sopra del sistema: finché le peculiarità tecniche sono al servizio del collettivo, il suo gioco è capace di esaltare il singolo. Viceversa di spazio non ce n’è più.
La bravura dell’allenatore di Grugliasco è stata quella di riuscire a trovare sempre nuovi interpreti, dimostrando una tenacia fuori dal comune nel dimostrare quanto il sistema fosse superiore all’apporto dei singoli giocatori, per quanto dotati.
Ora viene il bello
Se le chance scudetto, per la Dea come per le altre avversarie del Napoli, sono derubricate a mero fatto statistico, l’Atalanta è a soli tre punti dal secondo posto.
La Dea vista nel 2023, al netto del mezzo passo falso con lo Spezia in campionato, è sembrata una squadra che, nonostante i rinnovamenti subiti in estate, ha finalmente interiorizzato i principi di Gasperini.
In questo senso decisiva è stata la sosta mondiale che ha permesso al tecnico dei bergamaschi di lavorare a fondo con i dovuti tempi con il gruppo.
Un gruppo – e una città – che vuole tornare a godersi le notti europee.
Continua a leggere le notizie di OA Sport Calcio e segui la nostra pagina Facebook