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Serie A

Biasin: «Inter in crescita, Milan crollo verticale, ma…»

Una chiacchierata a 360° con Fabrizio Biasin sul derby di Milano in arrivo, sullo stato del calcio italiano, passando per il Napoli in fuga e una Juventus impegnata fuori e dentro il campo.

Siamo arrivati ai primi giorni del mese di febbraio. Il calciomercato invernale, per quel poco che si è visto, ha chiuso i battenti; il campionato si lancia verso un succosissimo derby della Madonnina tra Inter e Milan, con il Napoli che continua nella sua fuga verso lo Scudetto, mentre siamo sempre più vicini alla ripartenza delle Coppe Europee. Che dire, ci troviamo nel bel mezzo della fase più importante della stagione tra Serie A e coppe varie. Momento ideale per fare un po’ il punto della situazione con Fabrizio Biasin, responsabile sport di Libero e noto opinionista televisivo. Vista la sua fede nerazzurra è inevitabile iniziare la chiacchierata proprio dall’attesissimo Inter-Milan in programma domenica sera alle ore 20.45 allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro.

Fabrizio, siamo ormai nell’imminenza di un Inter-Milan di una discreta importanza. Che derby ti aspetti?

“Leggo da molte parti che sarebbe un match già deciso in partenza visto l’attuale andamento delle due squadre. Una “Stracittadina” non è mai così e sono convinto non lo sarà nemmeno domenica sera. Le due squadre si presentano all’evento dopo un inizio di 2023 davvero opposto, ma penso che l’equilibrio non mancherà. La partita si gioca a breve distanza dal match di Supercoppa di Riyad che, già di suo, aveva dato una spinta notevole ai nerazzurri, mentre aveva rappresentato un duro colpo per i rossoneri”.

Come arriva l’Inter al match?

“Mi sembra che la squadra sia in crescita. In questo mese di gennaio non ha fatto cose trascendentali, ma ha trovato diverse vittorie e ha fatto vedere miglioramenti interessanti. Per esempio sul fronte difensivo. Dopo un inizio di stagione complicato sotto questo punto di vista, mi sembra che il reparto arretrato abbia stretto un po’ di viti. Certo, non siamo ancora a quella che si potrebbe definire una difesa blindata come accadeva un paio di anni fa, ma i passi in avanti sono evidenti. I gol subìti non sono mancati, come con la Cremonese, ma la porta inviolata contro l’Atalanta in Coppa Italia fa ben sperare. A centrocampo vedo molto bene Hakan Calhanoglu che si è preso quel ruolo sulle spalle e potrebbe essere una variabile importante anche per domenica sera”.

Come andrà affrontato questo derby?

“Sarebbe importante che l’Inter giocasse sempre con tranquillità e fiducia nei propri mezzi come accaduto contro l’Atalanta. La rosa è sicuramente di primo livello ma troppo spesso ha lasciato a desiderare, specie nella prima parte del campionato. Simone Inzaghi ha ricevuto parecchie critiche ma mi sembra che ne stia uscendo bene. Al momento i nerazzurri sono i primi ‘terrestri’ alle spalle del Napoli, sono agli ottavi di Champions League e in semifinale di Coppa Italia. Non mi pare che tutto sia da buttare, anzi. Non dimentichiamoci, poi, che in questi mesi non hanno quasi mai avuto due pedine fondamentali come Romelu Lukaku e Marcelo Brozovic; non sarebbe stato semplice per nessuno”.

Dall’altra parte del Naviglio, invece, il Milan sembra finito in un “buco nero”. Cos’è successo ai rossoneri?

“Cos’è successo? Qualcosa di incredibile mi verrebbe da dire. Dopo due anni e mezzo nei quali non avevano sbagliato nulla dentro e fuori dal campo, sembrano nel bel mezzo di un crollo verticale. Tutto pare essersi fermato al minuto 87 del match contro la Roma. Da quel 2-2 subito in rimonta in avanti la squadra si è sfaldata e non sembra esserci un antidoto al momento. Quello che più mi colpisce è che la forza del gruppo di mister Stefano Pioli in questi mesi era lo spogliatoio, il motore di tutto. Ora come ora, invece, rischia di essere il punto di debolezza”.

Molti puntano il dito su Ciprian Tătărușanu: è davvero tutta colpa sua?

“Come in ogni cosa nel calcio, non è mai colpa di un singolo. Non vorrei che diventasse un po’ troppo il capro espiatorio di una situazione intricata. Sicuramente il portiere romeno non sta mettendo in mostra prestazioni all’altezza del ruolo che ricopre, ma mi sembra anche un po’ troppo lasciato solo da una fase difensiva lontana anni luce da quella che ricordavamo da parte del Milan. Secondo me la questione ha molte sfaccettature e andrebbe valutata anche a livello di mercato”.

In quale modo?

“Dopo sessioni nelle quali la dirigenza milanista non aveva sbagliato una mossa, in entrata ed in uscita, penso che questa estate abbia scelto la direzione sbagliata. Mi spiego: i rossoneri avevano già in rosa numerosi giovani importanti. Forse sarebbe stato il caso di andare a prendere due giocatori di esperienza, già fatti e finiti, piuttosto che altre scommesse. In questo momento i nuovi arrivati hanno dato troppo poco alla causa e per Stefano Pioli non è semplice gestire il gruppo. Il tecnico è stato bravissimo a fare andare la rosa fino ad oltre i propri limiti per mesi e mesi, ora vedo un Milan quasi spaesato”.

Salutando un attimo Milano e il suo derby, là davanti in classifica c’è un Napoli che sembra una sinfonia perfetta.

“Pazzesco quello che stanno facendo i partenopei. Ad inizio anno, chi più, chi meno, pensavamo tutti che l’obiettivo di mister Luciano Spalletti e company fosse un approdo, non scontato, nella zona Champions League. Dopo sei mesi li ritroviamo a +13 sulla seconda con lo Scudetto già in tasca e numeri sensazionali. Risultati uno dietro l’altro ottenuti con un gioco meraviglioso, oserei direi il migliore d’Europa. Il Napoli sta facendo qualcosa di enorme e ora avrà una seconda parte di stagione tutta da vivere. Chissà dove potranno arrivare anche in Europa visto quello che hanno fatto nel girone di qualificazione”.

Chi, invece, sta arrancando parecchio sul campo è la Juventus. Che spiegazione ti sei dato?

“Lasciando un attimo da parte i problemi extra-campo, mi sembra che i bianconeri, da quando è tornato Max Allegri, non siano mai stati un collettivo. Il tecnico livornese non è stato ancora in grado di dare identità alla sua squadra e, anche per questo motivo, non sta trovando i risultati che si aspettava. La situazione è delicata, perchè le voci da fuori campo non possono non sentirsi, per cui penso che l’allenatore bianconero debba iniziare a fare affidamento su chi ci sarà nella prossima stagione. Penso che mettere da parte chi sai già che non potrà dare una mano importante sarebbe fondamentale come ritrovare maggiore ‘juventinità’ in campo”.

Rimanendo sui bianconeri. Cosa ti ha maggiormente colpito del “Caso plusvalenze” tra indagini, sentenze e motivazioni?

“Mai come in questo caso ognuno ha la sua idea ma, non essendo un esperto di diritto o un giurista, provo a fare un discorso più ampio. Vestendo i panni del tifoso juventino, piuttosto che prendermela solamente con chi sta giudicando il caso, punterei anche il dito sulla mia dirigenza. Una dirigenza che, per anni, è stata sempre un passo avanti rispetto a tutti gli altri, e le vittorie a raffica lo hanno ampiamente confermato, salvo poi iniziare a commettere parecchi errori sotto diversi punti di vista. Mi verrebbe da dire che hanno voluto ‘giocare’ un po’ troppo con la maglia bianconera, prendendo decisioni discutibili, come è emerso dal processo”.

Un ennesimo colpo all’immagine del calcio italiano, che chiude un calciomercato invernale che piange miseria.

“Penso che il quasi nulla che si è mosso a gennaio (appena 31 milioni totali, contro gli 830 della Premier League, i 127 della Ligue1 francese, i 68 della Bundeslliga ed i 32 della Liga spagnola, senza dimenticare i 28 della Championship inglese, la Serie B d’oltre Manica ndr) sia semplicemente il risultato di anni di cattiva gestione delle nostre società. Rispetto ai campionati esteri, quello Inglese in primis, siamo a distanze siderali. Là si può spendere a piacimento, qua da noi i paletti sono severi e ferrei. Inutile girarci attorno, siamo in un sistema che non va. Si può incominciare dal fatto che non si riescono a costruire gli stadi, passando per altre mille altre cose, senza dimenticare che i nostri presidenti di società nelle riunioni di Lega non riescono mai a far fronte comune e preferiscono badare al proprio orticello. Con questo andazzo non andiamo da nessuna parte e ci ritroviamo a vendere, o svendere, i nostri campioni, o campioncini. Almeno in questa sessione invernale non abbiamo comprato con soldi che non ci sono”.

Già, la Premier League. Uno strapotere arginabile?

“In questo momento non mi pare proprio. Ma, quello che più non capisco, sono le persone che puntano il dito contro il campionato inglese. Bravi loro invece. Si sono mossi con anni e anni di anticipo e ora hanno costruito un modello quasi perfetto che viaggia a velocità doppia se non tripla rispetto a tutti gli altri, Italia in primis. Hanno fatto le cose per bene sotto ogni punto di vista. Stadi, pubblico, campionato nel suo complesso. Temo che nei prossimi anni non faranno altro che aumentare ancora il loro dominio su tutta Europa, a meno che la UEFA non si inventi qualcosa per arginare questo gap”.

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