Franco Colomba ne ha viste tante nel calcio. Prima da giocatore, poi da allenatore. La sua carriera parla per lui. Ma ora, dopo tanti anni passati sui campi da gioco, oltre 20 dei quali sulle panchine di Serie A e B, può osservare il “suo” Bologna da fuori, con gli occhi del tifoso. Lui che è cresciuto nelle giovanili del Bologna, dove vive da quando era bambino, e che ha vestito i colori rossoblù dal 1977 al 1983, prima di vivere la sua seconda epopea calcistica ad Avellino. Un tifoso senza dubbio molto preparato, al quale abbiamo chiesto di analizzare il momento della squadra di Thiago Motta alla vigilia dell’importantissima sfida con la Fiorentina. Domenica, al Franchi di Firenze, va infatti in scena il derby dell’Appennino. E a quanto pare il Bologna potrà contare su 1.600 sostenitori. Un esodo del genere non si vedeva da tempo. Merito dei risultati ottenuti da Motta.
Colomba, il Bologna di Thiago Motta sta viaggiando forte e sembra avere il vento in poppa. Qual è stata la chiave di volta secondo lei?
“L’equilibrio che Motta ha trovato strada facendo. Il nuovo assetto consente al Bologna di essere più quadrato e compatto, senza proporsi con esasperazione in avanti. La ritrovata compattezza ha favorito la rinascita di giocatori come Orsolini, che è tornato ad ottimi livelli, e Sansone, che prima di farsi male aveva fornito buone prestazioni. Lo stesso dicasi per Arnautovic, oggi fermo ai box ma che era tornato a segnare con continuità. D’altronde sono loro gli uomini che possono saltare l’uomo e fare la differenza. Inoltre riportare Medel a centrocampo è stata una bella intuizione. Motta ha dato un compito chiaro al cileno: fare da diga davanti alla difesa dando una mano in fase di costruzione, così da svincolare i due centrali dall’impostazione del gioco, poco congeniale alle loro caratteristiche tecniche”.
I rossoblù da qualche tempo sembrano avere più energia: è migliorata anche la condizione atletica?
“La compattezza fa molto. I giocatori hanno meno campo da coprire e così si spartiscono meglio i compiti, senza rischiare di spezzare la squadra in due. Al giorno d’oggi non credo che ci siano squadre che lavorino poco sotto il profilo atletico”.
Dal punto di vista tattico quali soluzioni le sono piaciute di più?
“Il lancio di Ferguson da titolare e Posch utilizzato da terzino destro. Entrambi sono tosti, intelligenti e hanno gamba. Lo scozzese è stata una bella sorpresa, fa le due fasi alla grande. E Posch ha una maturità che gli permette di ricoprire quel ruolo brillantemente. E’ stata un’altra bella intuizione”.
Il mercato di gennaio ha portato sotto le Due Torri il greco Kyriakopoulos: che cosa aggiunge al Bologna di Motta?
“Gamba e dinamismo. Si tratta di un calciatore maturo ed esperto, è il classico giocatore cosiddetto di ‘rendimento’ che difficilmente sbaglia la partita e fa sempre il suo dovere. Può essere incisivo soprattutto in chiave offensiva, perché ha un bel piede. Infatti a Sassuolo tirava tutti i piazzati. Poi è chiaro, come ho detto, per fare la differenza serviranno i lampi di Arnautovic, Orsolini e Sansone. Saranno le loro giocate a determinare le sorti del Bologna”.
Se dovesse dare un voto all’operato di Sartori fin qui, quale sarebbe?
“Sarebbe un voto alto. Sartori ha potato a Bologna giocatori che si stanno rivelando di buon livello ma soprattutto importanti per creare una squadra con un’anima. Zirkzee, ad esempio, sembra un gran colpo in prospettiva”.
L’olandese è il giocatore che l’ha sorpresa di più?
“Lo conoscevo poco, devo ammetterlo, ma mi ha fatto davvero una gran bella impressione. Fa giocare bene la squadra, sa difendere palla e ha qualità importanti. Se continua così potrebbe essere l’uomo capace di regalare al Bologna il salto di qualità definitivo”.
I tifosi rossoblù vedranno mai Arnautovic e Zirkzee insieme?
“Da allenatore dico che sarebbe intrigante. Zirkzee predilige venire incontro, ad Arnautovic piace di più attaccare la profondità. Potrebbe essere una bella coppia, ma la squadra dovrebbe giocare per loro. Magari in un 4-4-2 con un esterno offensivo da una parte e uno più tattico dall’altra potrebbe funzionare”.
Con quei due là davanti il Bologna potrebbe sognare l’Europa…
“Beh, credo che ci siano squadre più attrezzate a livello di potenziale. Però questo è un campionato talmente strano che può succedere di tutto. Se la Cremonese è arrivata in semifinale di Coppa Italia, con tutto il rispetto per i grigiorossi, anche i rossoblù possono ambire a un posto in Europa. La squadra di Motta è in crescita, le prossime partite saranno importanti per capire dove può arrivare questo gruppo”.
Capitolo giovani. Stivanello, Amey, Raimondo sono ragazzi di prospettiva: si aspettava giocassero un po’ di più?
“Sinceramente sì. Penso a Raimondo, che qualche giornata fa sarebbe potuto partire titolare viste le assenze di Arnautovic e Zirkzee. Secondo me sarebbe cambiato poco. Io e Pecci, ad esempio, esordimmo a Torino contro la Juve e alla fine pareggiammo. Certo, per un allenatore non è mai facile fare determinate scelte, perché i tifosi si aspettano sempre i risultati e non pensano ad altro. La gestione del gruppo è molto delicata, io ne so qualcosa. Ma i giovani, soprattutto nelle rose lunghe di oggi, faticano a trovare spazio e sono penalizzati. Spero che una volta raggiunta la salvezza questi ragazzi vengano buttati nella mischia, perché hanno delle qualità e devono essere messi alla prova”.
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