Uscito dalla Primavera dell’Atalanta accompagnato dal classico hype, quasi scontato, proprio dei centravanti di un metro e novanta che segnano a ripetizione e lo fanno in modi che non si limitano ai colpi di testa, Roberto Piccoli non è riuscito a confermarsi appieno una volta passato tra i grandi.
I giorni felici in Liguria
In tre stagioni Piccoli ha cambiato 5 squadre. L’esordio in Serie A, con lo Spezia, è stato tutto sommato positivo. Allenato da Vincenzo Italiano ha messo insieme 23 presenze tra campionato (20) e Coppa Italia, andando a segno 6 volte, di cui 5 in Serie A.
Pur non essendo titolare inamovibile, il bergamasco si era ritagliato un ruolo importante nel sistema bianconero, tanto da spingere l’Atalanta a tenerlo in rosa nella stagione successiva, ma delle sue 12 presenze in nerazzurro solo l’ultima, il 22 gennaio 2022, è stata dall’inizio. Per il resto, tanti scampoli di partita e un solo gol, decisivo, nella prima gara stagionale vinta 2-1 contro il Torino.
Un anno di acciacchi
Un anno fa, a fine gennaio, va al Genoa, ma su 14 partite di Serie A ne gioca 5, fermato anche da vari problemi fisici. Problemi che condizionano anche la prima parte di stagione all’Hellas Verona dove mette insieme 7 presenze in campionato e una in Coppa Italia, ma ne salta 8 per infortunio.
Ad accoglierlo ora c’è l’Empoli che lo ha ingaggiato per sostituire Lammers (arrivato anche lui via Atalanta), ma il club azzurro si è tutelato anche riportando in Toscana Ciccio Caputo. Complice l’infortunio di Destro, Piccoli potrà giocarsi le sue chance in un ambiente che non mette pressione ed è capace di rilanciare i giocatori, anche se dovrà comunque fare i conti con giocatori come Cambiaghi e Pjaca sebbene non siano propriamente prime punte.
Appuntamento col destino
Pare assurdo parlare di rilancio per un ragazzo di 22 anni. Le 25 reti con l’Atalanta Primavera in 40 presenze e soprattuto gli 8 gol in 7 gare della Youth League del 2019/20 sembravano lasciare intravedere un destino ineluttabile per Piccoli per cui si presagiva l’esplosione con la maglia del club della sua città per poi magari essere ceduto a peso d’oro per un ulteriore salto di qualità.
Piccoli si è invece scontrato con una realtà più complessa, ma anche uno scenario in cui la sua prestanza fisica continua ad aiutarlo, senza spostare così tanto gli equilibri, pur non potendo ridurre alla stazza il profilo del classe 2001. La sua carriera ha percorso sentieri diversi, forse troppi, per arrivare ad Empoli senza che l’Atalanta si liberasse di lui. Un’occasione buona per tutti gli attori coinvolti, con interessi diversi, ma che passano dalla continuità e dalla prolificità dello stesso Piccoli.
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