In casa Milan tutti parlano di come uscire dalla crisi. “Serve il miglior Leao”, “Dobbiamo cambiare modulo e passare al 4-3-3”, “Ora torna Ibra e svoltiamo, manca la sua personalità”. Inevitabile in un momento in cui niente gira come dovrebbe e la stagione sembrerebbe scivolare via dalle mani del Diavolo come fosse la lenza di un pescatore. Ma alla vigilia del derby di Milano numero 178 vogliamo lanciare una provocazione: caro Pioli, che fine ha fatto Bakayoko? Forse sarebbe bastato lui per non finire nel tunnel. Non ce ne vogliate, tifosi rossoneri. Non gridate allo scandalo. Un fondamento tattico, dietro questo nostro pensiero, c’è. Ora ve lo spieghiamo.
La partenza del Presidente
Nei giorni scorsi tutti i media hanno parlato delle carenze del mercato estivo del Milan. In particolare, molti hanno puntato il dito contro la mancata sostituzione di Kessie in mezzo al campo. E l’acquisto record di Enzo Fernandez da parte del Chelsea, arrivato proprio nelle ultime ore di mercato, non ha fatto altro che acuire questa sensazione: i rossoneri avevano avuto in mano il centrocampista argentino a soli 18 milioni di euro, pochi mesi dopo ne è costati 121. Ma scorrendo la rosa di Pioli, a dire il vero, un giocatore con le caratteristiche simili a quelle del Presidente ci sarebbe anche stato. Il suo nome è Tiémoué Bakayoko.
La sua parabola al Milan è stata particolare. Titolare con Gennaro Gattuso nel 2018-19, i rossoneri decisero di non riscattarlo dal Chelsea salvo poi ripensare a lui due anni più tardi, dopo la positiva esperienza nel Napoli. Prelevato con un prestito biennale, sotto la gestione Pioli non hai quasi mai trovato spazio (solo 14 presenze nel 2021-22) ed è finito ai margini della squadra. Tanto che nell’ultima finestra di mercato il suo trasferimento alla Cremonese sembrava ormai cosa fatta. Tuttavia, andando ad analizzare il momento no del Milan, salta all’occhio come le maggiori problematiche sono in mezzo al campo, laddove il francese avrebbe potuto dare una grossa mano.
Bakayoko: tanta sostanza, poca qualità
Sia chiaro, non succederà mai perché il centrocampista è fuori dal progetto tecnico. O almeno così sembra. Però in un momento in cui il Milan soffre tremendamente nel cuore del cuore del campo perché non riesce a essere compatto e a mantenere le distanze tra i reparti, la corsa e la fisicità di Bakayoko sarebbero potute tornare utili. Del resto il francese, nel corso della sua carriera, ha fatto di queste due armi il suo punto di forza. Sia ai tempi del Monaco che del Chelsea. Magari non avrebbe la qualità di Bennacer ma lì in mezzo aiuterebbe parecchio.
Non a caso in questi giorni in cui si è parlato di 4-3-3 il primo giocatore provato dallo staff rossonero è stato Pobega, che per caratteristiche ricorda il francese. Tra le opzioni, però, c’è anche Messias, l’uomo che permetterebbe di alzare il livello tecnico della linea mediana, dove le certezze sembrerebbero essere Tonali e Krunic. A prescindere dal modulo il Milan dovrà ritrovare sé stesso per riuscire a fermare la marea nerazzurra. Chissà che rivedere Ibrahimovic in gruppo non abbia dato una scossa al gruppo di Pioli. Che ha più bisogno che mai di equilibrio. Quello che Bakayoko, forse, avrebbe potuto dare.
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