Gianluca Pagliuca è stato il portiere di una grande Inter e della Nazionale azzurra vice campione del mondo a USA 94. Ma anche il numero uno dei numero uno per lungo tempo, tenendo altissimo il nome della scuola italiana. E lui, di derby di Milano, ne ha vissuti parecchi. “Dieci, per l’esattezza. Senza mai perderne uno, un gran bel record: ne ho vinti 4 e pareggiati 6”, afferma ridendo di gusto e aprendo la scatola dei ricordi legati al derby. Ricordi indelebili. D’altronde Pagliuca sa cosa si prova a scendere nell’arena infuocata di San Siro. Sa cosa si prova a uscire dal tunnel che porta dentro il rettangolo verde che con la sua luce illumina le gradinate. Sa che cosa significa affrontare questa partita sia da favorito che da sfavorito. Perché anche lui ha vissuto momenti positivi e negativi con la sua Inter. Alla vigilia di Inter-Milan, capitolo 178, abbiamo fatto due chiacchiere con lui.
Gianluca, l’Inter parte sicuramente favorita. Ma come si spiega la crisi del Milan?
“Semplice, la pancia piena dei giocatori. L’anno successivo alla vittoria di uno scudetto, se il gruppo non è abituato ad alzare trofei, può succedere. Per di più il Milan è una squadra giovane. Mentalmente, per loro, questa stagione è ancora più difficile da gestire. Quando scendi in campo ti senti diverso, non hai più la fame di prima e di conseguenza fai una corsa in meno per il compagno. Viene meno quello spirito di sacrificio che fa la differenza tra vittoria e sconfitta. Solo alla Juventus non succede quasi mai”.
Non è possibile che la questione contratto legata a Leao abbia destabilizzato lo spogliatoio?
“No, impossibile. Leao è solo giù di forma mentre certe dinamiche legate ai contratti ci sono sempre state e ci saranno sempre. Se qualcuno guadagna più di te ti dà noia, è normale, però ci passi sopra. Anzi, cerchi di dimostrare sul campo il tuo valore per strappare un contratto migliore quando sarà il momento. E’ una cosa umana”.
Per l’Inter invece il derby arriva nel momento migliore: lei preferiva giocarlo da favorito o da sfavorito?
“Nei miei anni all’Inter tante volte siamo arrivati al derby da sfavoriti. Penso al 1993-94, in particolare, contro il Milan che poi andò a vincere la Coppa dei Campioni. Vincemmo tre volte su quattro, tra Coppa Italia e campionato, e l’altro lo pareggiammo. Ma di certo non partivamo favoriti, anzi. Nelle difficoltà trovammo quel qualcosa in più che serviva per portare a casa il risultato”.
La sua parata più bella in un derby…
“Non per vantarmi ma ne ho fatte tante (sorride, ndr). La migliore penso sia stata quella sul colpo di testa ravvicinato di Panucci: tirò un missile nell’angolino e l’andai a prendere con un gran balzo. Era la stagione 1994-95, un sabato di Pasqua. Me lo ricordo ancora…”.
Tornando all’attualità, che consiglio darebbe a Simone Inzaghi e a Stefano Pioli in vista del derby?
“A Inzaghi direi di non sostituire più i calciatori ammoniti. Se un calciatore sta giocando bene che senso ha toglierlo per un cartellino giallo? L’anno scorso ci rimise il derby, e lo scudetto, inserendo Gagliardini e Vidal al posto di Calhanoglu e Barella. In generale mi piace come allenatore, fa giocare bene la squadra, ma ogni tanto si fissa su alcuni giocatori e ha questa mania sugli ammoniti. Stefano al Milan è migliorato molto e sono contento per lui. Intorno a lui c’era sempre questa strana sensazione che rischiasse l’esonero dopo il primo anno. Ora ha trovato l’ambiente adatto, è cresciuto e ha aperto un bel ciclo. Sono contento per lui”.
L’Inter giocherà col 3-5-2, il Milan con il 4-2-3-1 o col 4-3-3: dal punto di vista tattico come la vede?
“Penso che Pioli qualcosa cambierà. Ho visto la partita con il Sassuolo, se giocano allo stesso modo escono da San Siro con le ossa rotte. Anche se il derby è una partita a parte, ti tira fuori un’energia che solitamente non ti senti addosso. Il 4-3-3 è un modulo rischioso, per me è più probabile che opti semplicemente per un 4-2-3-1 più coperto”.
Capitolo portieri: tra il numero uno del Milan e quello dell’Inter chi le piace di più?
“Beh, se ci fosse stato Maignan avrei votato per il francese. Ma tra Onana e Tatarusanu tengo il primo: tecnicamente deve crescere ancora tanto, ma ha un’esplosività davvero notevole”.
Chi deciderà il derby?
“Dico Dzeko per l’Inter e Leao per il Milan. Il portoghese viene attaccato spesso ma resta il calciatore più importante per le sorti del Milan”.
L’ultima domanda è d’obbligo: chi vince il derby? Risultato secco.
“Mi auguro vinca l’Inter (sorride, ndr) ma purtroppo il colpaccio è possibile. Il Milan è una squadra forte e la storia dice che chi è sfavorito dà il meglio di sé e ribalta i pronostici. E’ una cosa inconscia. Mi è successo anche nel derby di Genova, in maglia Samp. Perdemmo il derby e da lì in avanti il Genoa si rilanciò”.
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