La partita contro la Roma è il manifesto di questo Napoli, un vero e proprio modello di gestione della rosa che potrebbe essere seguito da tante altre squadre in futuro.
Non è da sottolineare soltanto il coraggio di Luciano Spalletti nel togliere i due miglior attaccanti fino a questo momento della stagione, Osimhen e Kvaratskhelia, per far giocare nelle loro posizioni Elmas e Simeone, ma a questo coraggio si unisce l’intelligenza a inizio campionato nel saper costruire una rosa con calciatori così dissimili, capaci di cambiare il ritmo e le esigenze della squadra, creando grande confusione nelle difese avversarie.
Le caratteristiche di Osimhen
Victor Osimhen è un centravanti sempre in movimento, che non da punti di riferimento, che cerca la palla lunga e sugli esterni, così da lavorare in uno contro uno, dov’è devastante, mentre Kvara o le mezzali prendono il suo posto al centro dell’area e possono essere estremamente pericolose.
Le caratteristiche di Simeone
Giovanni Simeone invece fa tutto un altro lavoro e Spalletti stesso gli chiede altre cose. Simeone gioca molto centrale, senza spostarsi in fascia, proteggendo il pallone dal suo avversario diretto. In questo modo, a differenza di Osimhen che non lo predilige, sceglie spesso di farsi dare la palla spalle alla porta, così da innescare allo stesso modo le ali e le mezzali, ma aprendo lo spazio in maniera del tutto differente.
Due calciatori diversi che Spalletti ha l’intelligenza di far lavorare secondo le loro skill, non facendoli adeguare a compiti molto lontani dalla loro indole. Questa è una buona scelta nella gestione della rosa, nella scelta dei calciatori in estate e negli allenamenti quotidiani. Avere una squadra che cambia così tanto pelle è una delle caratteristiche e delle forze di questo Napoli primo in classifica in serie A.
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