INTER
ONANA – All’intervallo il cassiere dell’Inter va a chiedergli i soldi del biglietto, perchè si sa, gli spettatori non paganti non sono ammessi a San Siro. Allora il portiere nerazzurro decide di ergersi a protagonista e con un rinvio di piede suicida al 59’ quasi manda in porta il Milan. Si deve perfino tuffare nella ripresa per intercettare un tiro di Diaz. 6,5
SKRINIAR – Alla prova del fuoco di San Siro dopo l’ufficializzazione del suo addio a parametro zero destinazione Parigi. Il popolo nerazzurro non lo fischia e lui gioca una partita tranquilla, confezionando anche un bell’assist per Lautaro al 10’. Quando entra Leao soffre un po’ di più, ma il portoghese di questo periodo non può impensierire un cagnaccio come Skriniar. 7
ACERBI – Un altro che vive una serata di tutta tranquillità. Troppo debole il Milan per costringerlo ad alzare l’attenzione. Ammonito nella ripresa per un fallo che forse nemmeno commette. 6
BASTONI – Magari fosse sempre così: nessun compito difensivo, lo spazio e il tempo perfino per qualche scorribanda offensiva. Una serata di totale relax. 6,5
DARMIAN – Ha scippato la maglia da titolare all’olandese Dumfries e continua a difenderla con merito. Certo, dalle sue parti Theo Hernandez gioca come un pensionato, quindi gli resta gioco facile. 6,5
BARELLA – Normalmente entra in campo con una garra da posseduto, quando ha di fronte il Milan aumenta addirittura la tensione. Stavolta quasi non ce n’è bisogno vista la pochezza avversaria. Abbassa talmente tanto il livello della concentrazione che si permette anche di perdere un paio di palloni pericolosi in fase di ripartenza. Alla fine Lautaro gli toglie la gioia del gol, ma erano entrambi in offside. 6,5
dal 93’ ASSLANI – s.v.
CALHANOGLU – La vera rivelazione dell’Inter di questo periodo. Con un Calhanoglu così la squadra gira che è una bellezza: in mezzo al campo basta il magistero del turco. 7,5
dal 88’ GAGLIARDINI – s.v.
MKHITARYHAN – Gioca una partita giudiziosa ma eccede in nervosismo – del tutto insiegabile visto l’andamento del match – quando manda a quel paese ripetutamente l’arbitro meritando un giallo inevitabile. 6,5
dal 71’ BROZOVIC – Tenta una conclusione dalla distanza a conferma che piano piano sta ritrovando il feeling con il campo. 6,5
DIMARCO – Dopo aver arato la fascia sul campo di Riad, l’ultrà nerazzurro ritrova di fronte i colori del nemico e indossa la bandana di guerra. Anche stavolta fa di Calabria quello che vuole, domina la fascia in maniera prepotente e sfiora anche il gol. Devastante. 8
dal 71’ GOSENS – Si fa notare solo quando cerca di amputare una gamba a Saelemaekers con un’entrata a gamba tesa nel cuore dell’area rossonera. Per fortuna non gli riesce. 6
DZEKO – È il vero e unico imprescindibile in casa Inter, ma la sceneggiata al quarto d’ora per rimediare un rigorino farlocco non è tollerabile. Il suo apporto alla squadra è però fantastico: oltre alla regia offensiva si sbatte in un lavoro di copertura quando il Milan prova a ripartire che esalta Inzaghi. 7
dal 71’ LUKAKU – Prove tecniche di ritorno alla grandezza di un tempo. Segna un gol (annullato), ne sfiora un altro. Ben tornato Romelu. 7
LAUTARO – Quando vede rossonero si infiamma e infatti è suo, dopo appena 113 secondi il primo tiro in porta del match. Fuori. Ci riprova dopo 5 minuti e stavolta trova un Tatarusanu molto reattivo. Altri 3 minuti e anticipa un dormiente Kjaer e di testa sfiora il palo. Costringe al giallo Kalulu alla mezz’ora e dopo un paio di minuti incorna di giustezza su azione da corner e porta l’Inter in vantaggio.Nel finale, anticipando perfino il compagno Barella, segna il gol del raddoppio, annullato per un offside di millimetri. L’attacco dell’Inter è interamente sulle sue spalle e il Toro ha spalle larghe e possenti. 9
INZAGHI – Alla vigilia del derby il principale compito del tecnico nerazzurro è smorzare gli entusiasmi della sua truppa dopo appena 3 settimane dal trionfo di Riad. Lavoro semplificato dall’inconsistenza dei rossoneri. 7
MILAN
TATARUSANU – Il popolo rossonero l’ha eletto “capro espiatorio”, l’origine di tutti i mali del Milan. Povero Nosferatu, di colpe ne ha tante, contro l’Inter si rivela il migliore in campo. Incassa un gol ma salva almeno due volte su Lautaro, una su Lukaku nel finale e sventa anche un paio di corner assassini calciati da Calhanoglu e Dimarco. 6
KALULU – Deve scuotersi dal periodo infausto di torpore vissuto nelle ultime settimane shock. L’espressione non è quella spavalda dei giorni migliori, ma almeno prova a metterci grinta e cattiveria. Intorno alla mezz’ora prima salva su Lautaro a un passo dalla porta, poi s’immola e becca un giallo per fermare l’argentino pronto a puntare la porta. 6
KJAER – Che tristezza, Simon Kjaer: sembra invecchiato di 20 anni rispetto a quando governava la difesa rossonera come un guerriero vichingo. La sua ultima da titolare in campionato risale al 5 novembre contro la Cremonese (uno squallido 0-0), una ragione ci sarà. Anche contro i nerazzurri il danese mostra una condizione deficitaria: l’anticipo di Lautaro al 10’, che lo inchioda alla figuraccia, è lì a testimoniarlo, ma la serataccia per Simon è ancora di là da venire e si materializza al 35’ quando si addormenta su corner avversario e perde l’ineffabile argentino che insacca di testa. Nella ripresa offre qualche timido segnale di ripresa, ma ormai il danno è fatto. 3
dal 86’ REBIC – s.v.
GABBIA – Primo tempo complicato, fa mucchio selvaggio nella propria area e quando ne esce lo fa per abbattere Lautaro e vedersi sventolare un meritatissimo giallo sul naso. Nella ripresa però sembra scrollarsi un po’ di tensione e si prodiga in un paio di anticipi interessanti, fino a quando non esce. 5,5
dal 71’ THIAW – Lukaku lo maltratta in area e per fortuna l’arbitro nota la sua maglietta spiegazzata e annulla così la rete segnata dal belga. La sensazione è che il tedesco sia ancora un filino acerbo per questi palcoscenici. 5,5
CALABRIA – Reduce da alcune prestazioni obbrobriose, è chiamato al riscatto, come tutta la squadra. L’inizio del capitano però è da horror: un liscio che apre il campo a Di Marco, la cui conclusione però vola alta. Il mancino interista lo scherza come e quando vuole e a inizio ripresa Pioli gli evita ulteriori umiliazioni. 3
dal 54’ SAELEMAEKERS – Il lavoro a tutta fascia è una novità per il belga e infatti si limita quasi esclusivamente alla copertura. Peccato che il Milan, quando lui entra, abbia bisogno come il pane del gol del pareggio. Che non arriva. 5,5
MESSIAS – Continua a sfornare prestazioni inadeguate, ma Pioli sembra non poter fare a meno di lui, anche a costo di ritagliarli un ruolo che aveva coperto – qualche rarissima volta – solo a Crotone. Ancora una volta la mandrakata non riesce e il brasiliano resta mestamente negli spogliatoi al termine di un primo tempo umiliante. 3
dal 46’ BRAHIM DIAZ – Il disperato Pioli, dopo lo sconfortante primo tempo giocato dai suoi, tenta la carta Diaz al posto del fallimentare Messias. Ed è proprio lo spagnolo che allo scoccare del 75’ infiocchetta il primo tiro in porta di serata costringendo Onana a sporcare i guantoni. 6
TONALI – Pioli lo elegge a guida sicura, riconoscibile da tutti i compagni per il suo milanismo indiscutibile, ma è evidente che anche Sandrino sia in riserva, fisica e mentale. 5
KRUNIC – Zompetta in mezzo al campo di qua e di là senza riuscire a intercettare un pallone. E quando ne conquista uno, lo elargisce in fretta ai rivali. Nella ripresa anche lui, come tutta la squadra, offre qualche segnale di risveglio, ma per segnare un gol all’Inter serve ben altro. 4,5
HERNANDEZ – Cercasi Theo disperaramente. Il nuovo assetto tattico di Pioli lo costringe a una partita di solo contenimento e infatti il 19 rossonero fatica a superare la metà campo. Quando lo fa, per battere una punzione al 69’, ne viene fuori un drop che finisce a Porta Romana. 4
ORIGI – Fa il medianaccio in mezzo al campo. Non si capisce perchè, visto il lavoro che gli si chiede, Pioli non schieri al suo posto un giocatore di ruolo tipo Pobega o Vrankx. Esce a inizio ripresa ma non se ne accorge nessuno. 4
dal 54’ LEAO – Secondo consecutiva partendo dalla panchina, ce ne sarebbe a sufficienza per una reazione d’orgoglio. La prima palla che tocca è geniale, un’imbucata precisa per Theo. Al 62’ rimedia un giallo per una sbracciata sul viso di Barella ma il suo ingresso in campo rivitalizza la manovra asfittica del Milan. Al 76’ riparte in campo aperto e serve un cioccolatino per Giroud che stavolta però fallisce malamente. Non è ancora lui, ma a questa squadra serve come l’aria. 6
GIROUD – Sul suo giudizio pesa in maniera inesorabile il gol divorato a un quarto d’ora dalla fine che avrebbe risollevato il Milan. Nel primo tempo si sacrifica per bloccare le linee di passaggio interiste, lui che di mestiere dovrebbe fare il bomber. Quando riesce a rubare palla agli avversari e rilanciare il contropiede, finisce per dare palla a Messias e a quel punto è messa in banca, per gli avversari però. Nella ripresa Pioli riassesta il Milan che comincia a spingere, così anche Oliviero comincia a vedere qualche pallone giocabile. ma l’errore al 76’ è davvero troppo grave. 4
PIOLI – In preda alla disperazione dopo gli ultimi sconcertanti risultati tira fuori dal cilindro una formazione che rasenta il delirio. Sulla carta è un 3-5-2 ma in campo è evidente il disegno tattico di Pioli: un 5-3-2 che sfiora il masochismo. L’atteggiamento dei rossoneri è mortificante: 11 giocatori dietro la linea della palla, in 8 dentro l’area di rigore e un possesso palla per l’Inter che sfiora l’80%. Malgrado tutto, arriva il consueto gol su calcio da fermo. Nella ripresa tenta di rianimare la squadra con i cambi, ma i danni fatti con la formazione iniziale sono devastanti. Cerchiamo di capire tutto: la stanchezza, la pancia piena, gli infortuni, il mercato, ma questo non è il Milan. Sarà il caso che Pioli si affretti a restituirlo ai milioni di tifosi rossoneri, e anche in fretta, perché così non si va avanti. 2
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