La Coppa Italia ormai è un obiettivo concreto. La Juventus di Massimiliano Allegri ha centrato l’approdo in semifinale battendo la Lazio con il gol di Bremer. Una boccata d’aria fresca che alza un po’ il morale, rendendo la partecipazione alle coppe europee quantomeno possibile per la stagione 2023/2024.
Una coppa bistrattata nel corso degli anni, che nel panorama del nostro calcio è diventata, più che una vetrina, un fastidio da cui non ci si può sottrarre. Un impegno fra una partita ed un’altra di Serie A, un ulteriore match infrasettimanale che va a riempire ancor di più un calendario sempre più congestionato. Causando fastidi più o meno visibili nell’animo e nel cuore dei nostri allenatori, che spesso preferiscono utilizzare l’impegno per dare spazio a giocatori sottoutilizzati. E a volte l’eliminazione viene vista come una manna dal cielo.
Non si può dire questo della Juventus, almeno negli ultimi anni. Dopo un digiuno durato vent’anni, i bianconeri sono tornati a fare sul serio nella coppa nazionale proprio sotto l’egemonia di Max Allegri in panchina. Quattro i titoli consecutivi tra il 2015 ed il 2018, ulteriore timbro di una squadra che in quegli anni era nettamene superiore alle altre sul suolo italiano, ed il successo numero 14 nel 2020/2021 targato Andrea Pirlo. Successi passati sottotraccia poiché si è sempre mirato più in alto, allo Scudetto, alla Champions League. Ma mai come quest’anno, la Coppa Italia può salvare una stagione disastrata.
Con la penalizzazione di quindici punti per la questione plusvalenze, la Juventus è al momento tredicesima in classifica con 23 punti in 20 partite. La zona coppe è lontana proprio di quei quindici punti, con Lazio, Milan ed Atalanta appaiate a 38 punti occupando quarto, quinto e sesto posto. La settima piazza dell’Udinese non è distante, ma varrebbe la Conference League soltanto se la vincitrice della Coppa Italia è già qualificata in una competizione continentale superiore. Se il -15 rimanesse, le possibilità di Europa tramite piazzamento fra le prime sei appaiono poche. E a questo punto, perché non puntare proprio alla tanto bistrattata coppa nazionale?
E non è finita qui. C’è anche l’Europa League di quest’anno a cui pensare. Dopo un brutto girone in Champions, i bianconeri sono stati accoppiati con il Nantes nel turno di spareggio tra il 16 ed il 23 febbraio. Partita da non sottovalutare, ma in un cammino come quello della seconda competizione europea la squadra di Allegri ha tutte le carte a disposizione per poter arrivare in fondo e provare ad alzare il trofeo. Il che significherebbe Champions League, oltretutto da squadra da prima fascia. La strada però è più ‘in salita’ rispetto alla Coppa Italia, dove ci sono sole tre partite eventuali da vincere: la doppia sfida con l’Inter e l’eventuale finale con una tra Fiorentina e Cremonese.
Lo sguardo della Juventus potrebbe dunque posarsi sulle coppe, le strade più facili per potersi garantire un posto in Europa. Quelle coppe che ha sempre preferito un allenatore mai troppo amato dalla piazza come Carlo Ancelotti, come titola un suo celebre libro. Coppe che sono necessarie per poter mantenere un certo tenore competitivo per il futuro. Una Juventus senza Europa non guarderebbe al futuro in maniera ottimale, ritrovandosi probabilmente costretta a dover rinunciare a qualche pezzo grosso per far quadrare i conti. E dunque ridimensionare le proprie ambizioni per il futuro. E la Juventus, la squadra del ‘vincere è l’unica cosa che conta’, non vuole proprio farlo. A meno di altre mazzate giudiziarie.
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