Un mesto addio, quello di Ivan Radovanovic alla Salernitana. Il trentaquattrenne di Belgrado ha salutato la compagnia nella giornata di ieri, venendo svincolato dal suo accordo con la società granata. Una scelta che ha davvero poco di comprensibile, tenendo anche conto del ruolo ricoperto nella scorsa stagione nella rincorsa matta, disperata e vincente verso la salvezza.
Arrivato proprio in chiusura del mercato di gennaio, Radovanovic si è imposto piano piano come un leader silenzioso nello spogliatoio. Grazie anche al suo spirito di sacrificio. Nelle sue ventidue presenze con la squadra campana, non ha mai fatto mancare i suoi muscoli e soprattutto la volontà di mettersi sempre a disposizione. Quella che lo ha portato a ricoprire, in molti casi, il ruolo di difensore centrale senza battere ciglio.
La salvezza conquistata a giugno sembrava il giusto viatico per una storia di redenzione, trovando dopo lungo peregrinare quel giusto posto in cui potersi ergere come uno dei ‘santoni’ della squadra. Anche perché, in fondo, Radovanovic non è mai stato quel calciatore che ha preteso spazio, di giocare ogni partita. Si è sempre messo al servizio della squadra, di ogni squadra in cui ha messo piede. Non è bastato per confermarlo, con una storia d’amore che si è conclusa poco più di un anno dopo con una rescissione del contratto.
Dopo il 3-0 subito in casa dalla Juventus, la Salernitana torna a visualizzare l’incubo di nome zona retrocessione. Il Verona è al momento lontano, sole sette lunghezze, ma gli scaligeri hanno approcciato il 2023 con un altro passo. I granata sono una squadra che passano da momenti di carattere a vera e propria paura. In questi momenti c’è bisogno dei leader. Leader come era diventato Ivan Radovanovic.
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