Giovedì 20 febbraio ricorderemo uno dei momenti peggiori degli ultimi anni, l’inizio della guerra che fa scontrare ancora oggi sui campi di battaglia ucraini e russi.
Lo sport in questi 12 mesi ha reagito in modi molti diversi, a volte chiudendo gli occhi, a volte con un polso molto duro, punendo squadre, federazioni, atleti singoli, oppure ammettendoli però sempre senza la possibilità di mostrare la bandiera e cantare l’inno russo.
La rissa in Turchia
Oggi però anche nell’ambito sportivo si è trascesi. In un hotel in Turchia, il Royal Seginus nella regione di Antalya, si sono incontrate due squadre di calcio, in riposo invernale nei rispettivi campioni. C’erano i calciatori dell’FC Shinnik, squadra di Yaroslavl in Russia e quelli dell’Mijak FC, squadra ucraina.
Sono arrivati alle mani. Secondo gli ucraini per il comportamento dei giocatori russi nei confronti di un dipendente dell’hotel e canti provocatori contro la Transcarpazia, invece i russi affermano che è stato aggredito un loro calciatore e alcuni di loro sono stati costretti a cantare l’inno ucraino.
La rissa poi è stata sedata grazie all’intervento delle forze di polizia locali, ma resta una tensione sempre più insostenibile che a un anno della guerra continua a crescere.
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