Antonio Conte è un grandissimo allenatore. Su questo non ci sono dubbi. Tuttavia, il tecnico del Tottenham, alterna due caratteristiche peculiari. Quando c’è da ragionare sulla lunga stagione, su un campionato, è uno dei migliori della piazza. Passando alle Coppe europee, Champions League in particolare, tutto cambia. L’ex allenatore di Juventus e Inter, infatti, nella massima competizione continentale per club viaggia a livelli allarmanti. E, com’è giusto sottolineare, non solo da questa stagione.
I numeri di Antonio Conte in Champions League
Come amiamo ripetere, spesso numeri e statistiche non mentono. Andiamo a ripercorrere quelli del tecnico leccese. L’esordio in Champions League da allenatore avviene con la “sua” Juventus nella stagione 2012-2013. Eccellente girone nel quale mettono sotto il Chelsea campione in carica, quindi passaggio ai quarti di finale dopo aver eliminato il Celtic Glasgow, prima dell’inevitabile eliminazione contro il Bayern Monaco che, poi, avrebbe alzato la Coppa. 8 partite, 5 vittorie, un pareggio e appena 2 sconfitte. Bene, segnatevi questi dati, perchè vi diciamo sin da ora che saranno i migliori della sua avventura europea su una panchina. Seconda stagione con i bianconeri (2013-2014) quella dei 102 punti in campionato. In questa edizione arriva però l’eliminazione immediata già nel corso del girone (contro Real Madrid e Galatasaray). Bottino? Una vittoria, 3 pareggi e 2 sconfitte.
I numeri con Chelsea e Inter
Chiusa l’avventura a Torino, e quella con la Nazionale, Antonio Conte torna protagonista in Champions con il Chelsea. Stagione 2017-2018. Passaggio del turno, ma eliminazione agli ottavi contro il Barcellona. Risultato? 8 partite allenate, 3 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. Passo in avanti fino al 2019-2020, questa volta con l’Inter. Eliminazione subito ai gironi con 2 successi, un pareggio e ben 3 ko. Stesso esito 12 mesi dopo, stagione 2020-2021. Eliminazione nella prima fase con uno score ancora peggiore: una vittoria (in casa contro il Copenaghen), quindi 3 pareggi e 2 sconfitte, con il celebre 0-0 casalingo nell’ultimo turno contro lo Shakthar Donetsk che brucia ancora.
Il presente e il computo complessivo
Arriviamo ai giorni nostri. Prima avventura in Champions League con il Tottenham. Con quello di ieri siamo giunti a 7 match messi in archivio con 3 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Computo totale? 41 partite all’attivo. Vittorie 15, pareggi 13, sconfitte 13. Un andamento simile è davvero allarmante per un allenatore di tale lignaggio. Uno in grado di vincere titoli con Juventus, Chelsea e Inter, ma che non sembra avere il cambio di passo quando si gioca nelle Coppe europee. Le spiegazioni potrebbero essere molteplici. Dalla consueta difficoltà a valutare un altro ritmo o piano tattico durante un match, passando per le differenti motivazioni rispetto al campionato, un obiettivo che è sempre stato molto più a cuore ad Antonio Conte. Per un allenatore così maniacale a livello di dettagli, preparato a livello tattico e con una carica contagiosa, questo “doppio volto” quando si alza l’asticella è particolarmente sorprendente.
Le parole in vista del ritorno
Proprio nell’ottica della fiducia e del carattere sembrano andare le parole del tecnico degli Spurs rilasciate al termine della gara di San Siro di ieri. Tanto realismo, ma dichiarazioni da leggere con particolare attenzione, per capire in maniera migliore come mai Antonio Conte soffra del cosiddetto “mal di Champions”: “Sapevamo delle difficoltà che potevamo incontrare questa sera, ma l’approccio non è stato sbagliato. Il gol subito si poteva evitare, la situazione tattica non doveva crearsi. Poi la partita si è messa nella situazione ideale per il Milan che si è difeso. La qualificazione comunque passa da due partite. Mi auguro che a Londra con i nostri tifosi sarà diverso, ben sapendo che sarà una gara difficile. Il Milan è un’ottima squadra, che ha storia in Champions. Speriamo di recuperare fiducia per la gara di ritorno e poi vedremo cosa accadrà”.
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