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Calcio italiano

Thiaw e l’aggressività ritrovata: il Diavolo è rinato

Pioli ha avuto ragione: la difesa a 3 e un atteggiamento diverso hanno permesso ai rossoneri di tornare a a vincere. Ora resta l’ultimo passo

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Malick Thiaw
Malick Thiaw, difensore del Milan (©LaPresse)

L’8 marzo, a Londra, sarà durissima. Ma ora, almeno, il Milan ha qualche certezza in più. La sfida di andata degli ottavi di Champions League vinta per 1-0 contro il Tottenham ha portato in dote un bel carico di entusiasmo e di autostima. Le armi migliori per uscire da una crisi di risultati (e di gioco) che nell’ultimo mese e mezzo hanno caratterizzato il Diavolo di Stefano Pioli. Ecco, proprio l’allenatore rossonero grazie a questo successo può dire di aver azzeccato le mosse per riemergere dal momento più buio. Non è finita, certo, perché manca ancora l’ultimo passo. Ma ora sembra sulla strada giusta.

Pioli e la difesa a 3

Pioli ci è riuscito andando contro tutto e tutti. Dopo un mese senza vittorie è passato alla difesa a 3 convinto di poter così rimediare ai problemi difensivi che avevano travolto la sua squadra. Nessuno, con il vate Sacchi in testa, ha creduto che questa fosse la mossa giusta per ritrovare l’equilibrio. Invece, dopo un derby bruttissimo, sono arrivate due vittorie con Torino e Tottenham che hanno certificato la bontà della scelta del tecnico emiliano.

Una scelta che, modulo a parte, ha portato il Milan ad abbassare il proprio baricentro con la chiara volontà di attendere di più i propri avversari e concedere meno spazio. Con l’Inter non ha funzionato, ma nel giro di poche settimane i giocatori hanno assimilato il nuovo spartito riuscendo a riemergere dalle sabbie mobili in cui erano finiti.

Lo dimostra il gol decisivo segnato da Diaz contro il Tottenham, una classica soluzione tattica del 3-4-3. La punta esterna che viene dentro per attirare la difesa, l’esterno che fa corto-lungo e si lancia nello spazio per attaccare la profondità e far male all’avversario. Movimenti che con l’Inter non si erano mai visti (a prescindere dai diversi interpreti) e con il Torino poco, ma che ieri con gli Spurs si sono visti eccome. Il resto lo ha fatto la ritrovata energia di Hernandez, finalmente tornato a suoi livelli. Così come la voglia di segnare di Diaz, piombato come n falco su quel pallone respinto due volte da Forster.

Leao a corrente alternata

Il nuovo assetto ha permesso ai tre centrali di essere molto più aggressivi, più sicuri grazie alla presenza di due esterni a garantire la copertura come Hernandez e Saelemaekers, come successo col Tottenham. Kjaer ha francobollato Kane, e lo stesso hanno fatto Kalulu e Thiaw con Kulusevski e Son che non sono mai entrati in partita. La ritrovata aggressività e la presenza di Thiaw, ancora una volta ottimo, hanno fatto intravedere il vecchio Milan. A differenza di pochi mesi fa, però, Pioli ha chiesto ai suoi ragazzi di attendere più bassi gli Spurs  col chiaro intento di stanare l’avversario e indurlo ad aprirsi.

La mossa avrebbe pagato ulteriori dividendi se De Keteleare fosse stato più preciso sotto porta (il riferimento è all’occasionissima per il 2-0 sprecata di testa su spizzata di Giroud) e soprattutto se Leao fosse stato più incisivo. Il portoghese è l’uomo che può fare la differenza e si è visto, ma manca ancora nell’ultimo passaggio. Se Pioli troverà un modo per recuperare anche lui al 100 per cento allora il Milan potrà tornare a essere quello di una volta. Aggressivo e capace di imporre il proprio gioco.

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