L’Europa League per noi italiani è stata fin da subito una barzelletta o peggio ancora un tema da meme a profusione. La battuta più bella è purtroppo una frase realmente pronunciata da un allenatore italiano, al quale gli veniva imputato di aver perso una partita di Europa League perché aveva fatto giocare le riserve. Il mister, senza battere ciglio, risponde: “Non posso far giocare i titolare in Europa League, perché in campionato stiamo lottando per arrivare in Europa League”.
Da questa frase ci si rende conto che per noi, ma solo per noi in fondo, questo è stato sempre considerato un torneo minore, rispetto alla Champions League, ma anche rispetto alla Coppa UEFA precedente che onoravamo invece nel miglior modo possibile.
In realtà questa è una spiegazione e un scusa che abbiamo preso a usare quando abbiamo iniziato a perdere il predominio europeo avuto fino all’inizio del nuovo millennio. Quando l’Europa League è arrivata nel 2009, noi non eravamo già più i capofila del calcio europeo, eravamo in crisi economica, soppiantati dalle squadre inglesi, in crisi tecnica, letteralmente dominati dal calcio spagnolo e in crisi anche di idee di calcio sia a livello dirigenziale ma anche sulle panchine, sempre alla ricerca di un altro modello da poter riportare in un calcio asfittico e senza coraggio.
Oggi le due competizioni europee considerate “minori” invece potrebbero avere un grande senso per il nostro calcio e devono essere vissute e giocate con un altro spirito. In questo ribaltamento di senso appunto, ci ha aiutato tanto Mourinho e la corsa della sua Roma verso la vittoria della Conference League dello scorso anno. Il motto “Roma ha vinto” che ha colorato la città e l’universo digitale dopo la vittoria di Tirana è il modo più semplice di riaffermare la proprio bravura e la proprio forza in ambito continentale e soprattutto sottolineare che alzare un trofeo è sempre una grande vittoria.
Quest’anno abbiamo quattro squadre in lizza nei due diversi tornei. La Fiorentina e la Lazio in Conference League possono avvicinarsi a un trofeo di alto livello con squadre medie e questo cambierebbe il volto addirittura del percorso fatto in questi anni. La Roma di Mourinho di sicuro ci proverà in Europa League, cercando di alzare la posta in palio rispetto all’anno scorso e poi c’è la Juve, una squadra che ha i calciatori per vincere l’Europa League e che attraverso una eventuale vittoria avrebbe uno slancio nuovo per il futuro che si prospetta ancora scuro. Vincere per la Juve oggi vuole dire ricominciare e questa vittoria varrebbe molto di più di una semplice coppa.
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