Torna in campo questa sera alle 18.45 lo Shakhtar Donetsk che ospiterà il Rennes. Anche se, per una squadra ucraina, “ospitare” non è il termine più appropriato. E infatti si giocherà alla Pepsi Arena, quello che in realtà storicamente è lo “Stadio dell’Esercito polacco di Varsavia Maresciallo Józef Piłsudski” che si trova, appunto, a Varsavia, in Polonia.
Lontano da casa
Dal 2014, quando sono iniziati gli spari nel Donbass ucraino, lo Shakhtar ha iniziato a spostarsi. Prima Leopoli, quindi Kharkiv e Kiev e il ritorno a Leopoli dove disputa attualmente le partite del campionato ucraino. Varsavia, in Polonia, la casa per le coppe europee. Anche perché la futuristica Donbass Arena era stata bombardata già nel 2014, prima che la situazione degenerasse un anno fa con le forze russe in territorio ucraino e la precipitazione definitiva.
Smantellamento
Dallo scoppio della guerra, gli stranieri sono stati autorizzati dalla Fifa ad accasarsi altrove entro il 30 giugno 2023: se ne sono andati diversi, alcuni anche in Italia come Dodò (Fiorentina), Marlon (Monza) e Marcos Antonio (Lazio). Anche l’allenatore Roberto De Zerbi, che ha vissuto con la squadra la fuga da Kiev sotto le bombe, ha lasciato gli arancio-neri. Oggi alla guida c’è l’ex Dnipro Igor Jovicevic.
Stagione sportiva
Nonostante tutte le difficoltà, nonostante le partite interrotte dalle bombe, lo Shakhtar è andato avanti. Alla Cnn l’ad Sergei Palkin ha detto che “quando giochiamo a calcio, mostriamo al mondo che siamo vivi, che continuiamo a vivere e che continuiamo a combattere”. Stasera, dopo il terzo posto nel girone di Champions League, inizia a giocarsi l’accesso alla fase finale dell’Europa League.
Prem”jer-liha e futuro
In campionato, gli arancioneri sono a -5 dalla capolista Dnipro, ma con una partita in meno. Un campionato che dovrebbe riprendere il prossimo 3 marzo, con due gare da recuperare (tra cui quella dello Shakhtar) tra il 27 e il 28 febbraio. Intanto la squadra di Jovicevic ci prova in Europa, nonostante le bombe.
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