Giocare e dominare, essere macchinosi e subire costantemente gli avversari: queste sono due descrizioni diametralmente opposte, ma che definiscono la stessa squadra, ovvero la Fiorentina. C’è veramente poco da fare e sembra quasi inspiegabile: la Viola nella competizione europea, nella Conference League, vede rosso e si trasforma in un toro pronto a incornare chiunque gli si palesi davanti. È in grado di giocare in trasferta, a Braga per l’esattezza, Portogallo, riuscendo a non lasciare spazi e fiato ai padroni di casa esausti a fine partita.
L’undici viola guidato da mister Vincenzo Italiano vive di fiammate e mai come questa stagione lo sta dimostrando. In campionato ormai la squadra ha ben poco da fare: 24 punti in 22 partite e 14esimo posto. Quanto più prima possibile la Fiorentina deve tornare alla vittoria e allontanare i fantasmi e le catene delle zone calde della classifica. Il Verona non si ferma e potrebbe risucchiare anche la società del patron Commisso, che ora deve puntare al miglior piazzamento possibile. In ogni caso alla Serie A, visto il gioco espresso, non può chiedere nulla. Sarà un campionato vissuto nell’anonimato, a meno che non inizi a giocare sia in massima serie, che in Coppa Italia ( si trova in semifinale), come fa in Conference League.
La Fiorentina e il caso bomber prolifici solo in Conference
Rifilare 4 reti allo Sporting Braga nei sedicesimi di finale della competizione europea non è cosa da poco. Specialmente se si guardano due importanti fattori. Il primo è la posizione di classifica dei portoghesi: 3° posto sopra lo Sporting e dietro solo a due colossi come Benfica e Porto. Il secondo fattore da analizzare è il poker messo a segno dai toscani: i quattro gol segnati durante la partita portano il nome di due giocatori che in Serie A sono praticamente sconosciuti: Arthur Cabral e Luka Jovic. Entrambe i giocatori condividono diverse peculiarità.
L’incostanza da agosto è sicuramente nel libro dei difetti dei due attaccanti. Il brasiliano classe ’98 dopo poco più di un girone di ritorno in massima serie, ha segnato solamente 3 gol, stesso numero del serbo. Le prestazioni sono nell’85% dei casi insufficienti o s.v. (senza voto), perché magari è meglio non commentare quando ci si comporta da zombie in campo. Ma i due sin qui, oltre alla pagina dei difetti, ne posseggono un’altra, con una piccola nota a piè di pagina, che potrebbe risollevare la stagione degli attaccanti.
Il loro tabellino di marcia improvvisamente, in Conference, cambia, sconvolgendo probabilmente anche gli avversari. Due doppiette ieri sera: Jovic con la capocciata prima e il tocco morbido in occasione del secondo gol, ha siglato 6 reti in 7 partite europee stagionali. Quasi un gol a partita, una media stratosferica che non riesce a replicare in altri casi. Per Cabral invece, si è trattato del 3 gol in 6 partite. La voglia di vincere e strafare nei loro occhi, si legge solamente nel percorso di coppa.
Poi come i più esperti assenteisti non si fanno più trovare in campionato: è arrivato il momento per loro, di dimostrare quanto valgono anche contro le squadre di A.
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