Quando un grande campione come Toni Kroos parla è difficile non ascoltarlo. Se poi va giù pari contro l’Uefa e al contempo appoggia la Superlega le sue parole fanno in fretta il giro del mondo. Il centrocampista del Real Madrid non ha usato mezze misure. Al contrario: “Non capisco perché l’Uefa possa dar vita a un torneo come la Nations League ma non si possa nemmeno parlare della Superlega. Se la proposta è diversa come dicono, e prevede la partecipazione di tutte le squadre, allora vanno ascoltati”.
Parole chiare, che non lasciano adito a dubbi. Pronunciate da un calciatore che nel corso della sua carriera ha vinto 10 titoli coi club (5 Champions League e 5 Supercoppe indossando le maglie di Real Madrid e Bayern Monaco) e un Mondiale con la sua Nazionale (nel 2014) fanno ancora più impressione. E pesano come macigni. “Nell’idea della nuova Superlega non ci saranno membri fondatori permanenti – prosegue Kroos -. Si tratta di un torneo aperto ma gestito dai club e non dalla Uefa, perché le società credono di non aver bisogno di un ente esterno per organizzarlo”. E senza l’Uefa pensano di poter controllare al meglio i costi che devono sostenere ogni anno. Costi che, soprattutto dopo il Covid, sono diventati insostenibili.
La chiusura di Kroos è un attacco diretto all’Uefa. “Ritengo che la Superlega meriti almeno una possibilità. Perché è l’Uefa può introdurre un torneo che non serve a nessuno come la Nations League e nessuno gli chiede spiegazioni? Per questo motivo penso sia giusto ascoltare la Superlega. Purtroppo ho l’impressione che la chiusura sia definitiva e non si voglia più nemmeno ascoltarli”.
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