DAZN non lascia, ma è pronto a (più che) raddoppiare. Nonostante i disservizi che si sono susseguiti da quando è di fatto è la tv del calcio italiano, il broadcaster inglese, infatti è pronto a lanciare la sfida per i diritti televisivi della Premier League del prossimo triennio che in Inghilterra significa 2025-2027 che andranno all’asta il prossimo anno.
Chi è DAZN
DAZN nasce ufficialmente nel 2015 come nuovo progetto di Perform Group con l’idea di creare una piattaforma globale di intrattenimento sportivo che potesse fornire un servizio di streaming diretto al consumatore. L’anno seguente entra nel mercato giapponese e del DACH (Germania, Austria e Svizzera).
L’arrivo in Italia
Dall’agosto 2018, DAZN – distribuito in partenrship con Sky – entra nel mercato dei diritti tv della Serie A. Tre anni dopo, nel 2021, il broadcaster inglese si aggiudica l’esclusiva di tutte le partite del massimo campionato italiano “segnando il punto di svolta fondamentale nella migrazione dei consumi sportivi dalla pay-tv all’OTT (fornitura di contenuti tv/video direttamente da internet, ndr)”, come spiegano sul proprio sito ufficiale.
Problemi e polemiche
Sin dallo sbarco su suolo italiano, però, il servizio offerto di DAZN ha mostrato diversi limiti. Buffering e interruzioni dello streaming sono solo i principali problemi incontrati dal broadcaster in Italia, tanto da far preveder indennizzi per i disservizi verificatesi. A tutto ciò, si è anche aggiunta la questione dei “doppi dispositivi” e l’aumento dei prezzi applicati da quello che è di fatto il monopolista del campionato italiano (Sky ha i diritti per trasmettere 3 partite di Serie A, non in esclusiva).
Guanto di sfida
Incurante della situazione italiana, DAZN è ora pronta a sfidare gli attuali attori sul costoso palcoscenico dei diritti tv della Premier: Sky, BT Sport, and Amazon Prime. L’attuale accordo che scadrà appunto nel 2025 ha un valore di 4,8 miliardi di sterline, una media di 1,66 annui. Non è comunque certo che DAZN tenti di entrare nel mercato inglese già al prossimo giro. “Potrebbe essere tra due, cinque o sette anni: lo dirà il tempo”, ha detto Shay Segev, chief executive dell’azienda al Daily Mail.
Sviluppo
In Italia, invece, a dispetto delle minacce di rescissione del contratto mosse dalla Lega di Serie A, l’accordo in essere terminerà nel 2024 e ha previsto un investimento di poco meno di 900milioni di euro. Bisognerà quindi capire se effettivamente l’assalto alla Premier partirà già il prossimo anno e come questa scelta avrà ripercussioni anche sul campionato italiano.
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