Sperava nel pari, Silvio Berlusconi. La sfida tra Monza e Milan di ieri pomeriggio ha messo di fronte le due metà del suo cuore calcistico. Quella rossonera, quella romantica, con cui si è tolto tante di quelle soddisfazioni tanto da mettere quei colori al centro dell’Europa e del mondo calcistico. E quella biancorossa, quella moderna, che sta piano piano costruendo il suo posto in Serie A, puntando però a crescere sempre di più.
I brianzoli sono usciti sconfitti dal derby con il Milan, chiudendo così la loro striscia positiva di otto partite avviatasi nell’ultima sfida del 2022. Sono ormai lontani i tempi di inizio stagione, con quelle cinque sconfitte consecutive che lasciavano presagire un’annata di enorme sofferenza, in barba ai proclami estivi e al mercato brillante. Invece Berlusconi ha voluto cambiare, confermando il coraggio nel lanciare gli allenatori. Se Raffaele Palladino sarà il nuovo Sacchi o il nuovo Capello non lo sappiamo, ma l’inizio è sicuramente confortante. E anche il match di ieri, giocato in modo gagliardo mettendo paura agli avversari, lo dimostra.
E dall’altra parte, i rossoneri ad uscire vittoriosi. Probabilmente al patron del Monza avrebbe avuto qualcosa da ridire sul modo in cui è arrivata questo successo, se fosse ancora lui il datore di lavoro di Stefano Pioli. Uno 0-1 agguantato con fatica grazie ad una prodezza di Messias, la terza ‘cortomusata’ in fila dopo un gennaio disastroso, con un 3-4-3 meno frizzante ma più pragmatico. Segni che il Milan non è ancora guarito, ma ha imboccato la strada giusta.
Alla fine le due parti del suo cuore possono essere soddisfatte. Il passato che sta riprendendo quota, il presente ed il futuro che veleggia in acque tranquille e vuole crescere il più possibile. Berlusconi però ha preferito non essere all’U-Power Stadium. Forse, proprio per evitare di esultare agli eventuali gol di entrambe le squadre. E, anche se fosse successo, non ci avremmo visto nulla di male.
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