“Più che un grande calciatore, volevo essere un grande uomo”. Beh, caro Sinisa: pare che tu ce l’abbia fatta. Lo dimostrano le emozioni che i tuoi ragazzi stanno esternando in queste ultime settimane. Prima Riccardo Orsolini, che ti ha dedicato il gol segnato contro l’Atalanta ricordandoti con affetto. Poi Emilio De Leo, il tuo fido scudiero in panchina, in un’intervista fatta di mille ricordi. Infine Roberto Soriano, il tuo capitano, che ieri è scoppiato in lacrime davanti alle telecamere dopo aver ritrovato la via della rete a Marassi contro la Sampdoria. Il “vostro” stadio, perché è lì che vi eravate conosciuti per poi diventare grandi amici, al di là del rapporto di campo. La cosa incredibile è che tutto questo è avvenuto il giorno prima del tuo compleanno, che sarebbe stato oggi lunedì 20 febbraio. Avresti compiuto 54 anni. Ma il tuo lascito è qui con noi. E forse sei stato proprio tu a guidare la palla dentro la porta ieri a Genova, proprio come ha detto Soriano.
I pianeti che si allineano
Sarà il destino, saranno le stelle, sarà il karma. Ma a volte, qualcosa di misterioso sembra spingere le cose ad andare in una direzione già decisa. Come una forza invisibile, un disegno divino, i pianeti si allineano e ti fanno vivere momenti unici che rimangono nella storia. O quanto meno ne raccontano una. Roberto Soriano non segnava da due anni. Ieri ha ritrovato la via del gol contro la Sampdoria. Un fulmine da fuori area che non ha lasciato scampo ad Audero, non proprio impeccabile nell’occasione. Ecco, appunto. Il portiere che nello scorso turno aveva compiuto un miracolo su Acerbi, all’ultimo minuto, questa volta non ci è arrivato. Un segno del destino: a Marassi Soriano doveva segnare. Un fatto ineluttabile, per più motivi.
Il ritorno al gol del trequartista del Bologna FC 1909 è arrivato nel giorno che avrebbe preceduto il 54esimo compleanno di Sinisa Mihajlovic. L’allenatore che gli ha cambiato la carriera. Ma prima di tutto l’uomo che gli ha cambiato la carriera. Un legame fortissimo legava Sinisa a Roberto, che ieri è scoppiato in lacrime durante l’intervista post partita ricordando il suo amico, scomparso lo scorso dicembre. Amico, proprio così, perché ci dimentichiamo troppo spesso che questi ragazzi prima che calciatori sono uomini, come tutti noi. Giocano davanti a migliaia di persone, vengono idolatrati per ciò che sanno fare con un pallone tra i piedi e così, nell’immaginario comune, assurgono le sembianze di superuomini. Ma restano dei giovanotti che provano dei sentimenti anche forti, che a volte nascondono.
Le lacrime e la serie su Sinisa
Altre volte no. Proprio come piaceva fare a Sinisa, uno che difficilmente si teneva le cose dentro. E che quando aveva qualcosa da dire lo faceva senza peli sulla lingua. La sua forza, la sua energia, la sua schiettezza resteranno per sempre nella memoria di chi lo ha conosciuto e di chi ama il calcio. Così come il suo incredibile sinistro quando giocava, capace di magie. A portare Soriano al Bologna, nel gennaio 2019, era stato proprio Mihajlovic, che lo aveva avuto nella Sampdoria e lo aveva voluto per andare a caccia di una salvezza che a fine 2018, sotto la guida di Filippo Inzaghi, sembrava impossibile. E invece arrivò. Anche grazie al feeling tra questi due uomini: Roberto e Sinisa.
Dopo quell’incredibile impresa Mihajlovic è diventato un tutt’uno con Bologna, i suoi giocatori, il suo staff e i suoi tifosi. Il serbo ha vissuto tante altre emozioni con i colori rossoblù, sia dento che fuori dal campo. Tra queste anche la malattia, un male che ha combattuto strenuamente ma senza successo. Sembrava avercela fatta, aver sconfitto quella che in tanti chiamano la bestia, poi è arrivata una ricaduta fatale. Il destino, in questo caso, è stato beffardo, optando per un finale drammatico. Le lacrime di Soriano però ci riportano ai pianeti che si allineano, perché oggi è il giorno in cui uscirà su DAZN il documentario dedicato all’ultimo anno vissuto da Sinisa col Bologna. Si intitola “We Are One – La serie”. Cinque episodi da 30 minuti ciascuno che raccontano la stagione 2021-22 dall’interno dello spogliatoio. Il dietro le quinte, insomma. Tra chiacchiere, scherzi e qualche urlaccio. Quelli non potevano mai mancare con il serbo.
Un grande uomo, prima che un grande calciatore
Ecco perché non poteva esserci occasione migliore per il ritorno al gol di Soriano. Un ragazzo che la porta l’ha sempre vista e che, anche grazie a Mihajlovic che ha creduto in lui, si è tolto tantissime soddisfazioni nel calcio. L’anno scorso, per la prima volta nella sua carriera, aveva chiuso senza trovare la via della rete. Le stelle ieri gli hanno ricordato come si fa. Per sbloccare un ricordo e delle lacrime che hanno il merito di ricordare a noi tifosi e addetti ai lavori come l’uomo venga sempre prima del calciatore. Anche per Sinisa, che lo ha sempre detto: “Più che un grande calciatore volevo essere un grande uomo”. Cerchiamo di non dimenticarlo mai.
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