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Empoli, la bottega verde è pronta a riaprire

Anche in questa stagione il club toscano sta mettendo in mostra giovani talenti senza rinunciare ai risultati

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Parisi abbraccia Cambiaghi (© LaPresse)

Il Bayern Monaco segue Guglielmo Vicario. Il Napoli è su Tommaso Baldanzi, l’Inter su Fabiano Parisi. Anche in questa stagione l’Empoli sta mettendo in mostra i suoi talenti, anche se chi si accosta alla bottega di Fabrizio Corsi sa che deve tenersi pronto ad investire il giusto, nonostante il club non abbia mai tarpato le ali ai suoi gioielli.

Aspettative

Con 28 punti in 23 giornate, oggi l’Empoli è più vicino al settimo posto che potrebbe valere un posto in Conference League che non alla terzultima piazza che costerebbe la retrocessione. Senza lasciarsi prendere dall’entusiasmo di rincorrere l’utopia europea, gli azzurri vanno avanti per la loro strada sereni, consapevoli della propria dimensione e dei propri obiettivi.

Ecosistema

Da anni in questa cittadina della provincia toscana si è cercato di mettere al centro il talento, a partire dalle giovanili. L’Empoli in questi anni ha scelto tecnici dai principi di gioco estremamente codificati (Maurizio Sarri, Marco Giampaolo, Aurelio Andreazzoli) ad allenatori di “mantenimento” come Alessio Dionisi, Vincenzo Vivarini e Paolo Zanetti, alternando scelte più conservative come Giuseppe Inchini e Christian Bucchi. Si è però creato un ecosistema fertile, in cui il talento potesse sbocciare.

Business

Limitando lo sguardo alle ultime 5 stagioni emerge come l’Empoli sia stata la terza squadra in Italia ad avere il miglior guadagno dalle operazioni di calciomercato dopo Udinese (prima) e Sassuolo con un saldo positivo di 65 milioni di euro, a fronte di un volume di affari di circa 200 milioni di euro (dati CIES).

Monetizzare e valorizzare

In generale, invece, scorrendo quelle che sino ad oggi sono state le dieci cessioni più remunerative della storia del club, si notano due tendenze chiare. La prima è qualla di vendere giocatori che in qualche modo sono all’ultima chiamata per tentare di fare il grande salto, anche per una questione anagrafica: Krunic al Milan, Saponara alla Fiorentina, Almiron alla Juve, Tonelli al Napoli e Tavano al Valencia, tutti ceduti tra i 25 e i 27 anni. Gli altri, tra cui le tre cessioni più remunerative (Bennacer al Milan per 17,2 milioni, Traoré al Sassuolo per 16 e Viti al Nizza per 13), sono stati lasciati andare al massimo a 22 anni quando dovevano ancora esprimere il massimo del proprio potenziale. La differenza, insomma, tra monetizzare e valorizzare.

Il cerchio si chiude

Esattamente la stessa situazione che potrebbero vivere Vicario, Baldanzi e Parisi. Il primo, a 26 anni, deve ponderare bene quale dovrà essere la prossima mossa per non rischiare di finire troppo a lungo sulla panchina di una big, mentre gli altri due sono prototipi di grandi giocatori che dovranno trovare un ambiente idoneo a completare il proprio percorso di crescita. Chi è pronto a godersi i frutti, in ogni caso, è il club che non ha nessuna intenzione di scoraggiare le pretendenti, consapevole di poter continuare a rinnovare la propria strategia.

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