Sono passati quasi 32 anni dall’unica finale della storia della Roma in Europa League. Anzi, per essere precisi, in quel caso si parlava ancora di Coppa UEFA. Stagione 1991-92, l’apice del calcio italiano a livello continentale. Quell’era nella quale le tre coppe erano quasi sempre di nostra proprietà e, molto spesso, la finale della seconda competizione per club si risolveva con un derby tutto italiano nell’atto finale. Nel 1990-91 fu Juventus-Fiorentina, l’anno successivo i giallorossi sfidarono l’Inter.
Quella volta di 32 anni fa…
Nel doppio confronto, all’epoca la finale di Coppa UEFA si sviluppava su match di andata e ritorno, arrivò il successo dei nerazzurri che andò a spezzare il sogno di Giuseppe Giannini e compagni. Sembra passata un’eternità da quel 22 maggio 1991. Esattamente 11599 giorni. Fast forward. Siamo alla vigilia del match di ritorno degli spareggi per la qualificazione agli ottavi di finale dell’Europa League 2022-2023.
Il momento attuale
La Coppa ha cambiato nome, format, importanza. Sostanzialmente tutto. Non cambia, però, le difficoltà della squadra della capitale in questa competizione. Una sola finale messa in cascina nella varie apparizioni e, al momento, anche quella di questa edizione, che si giocherà allo stadio Puskas di Budapest, appare davvero complicata da raggiungere. L’andata giocata a Salisburgo la scorsa settimana ha prodotto un 1-0 per i Red Bulls, che domani sera alle ore 21.00 si presenteranno all’Olimpico con la chiara missione di difendere quel vantaggio importante.
Tra cerotti e dubbi di formazione
Per fortuna della Roma non c’è più la regola del doppio valore per il gol in trasferta, in quel caso lo 0-1 incassato in Austria avrebbe avuto un peso anche maggiore. A questo punto, però, cosa dovrà fare la squadra della capitale per superare l’ostacolo Salisburgo? In primo luogo rimettere quanto più possibile in condizione il reparto d’attacco. Abraham è uscito pesantemente acciaccato dal match contro il Verona, Pellegrini e Dybala sono reduci da noie muscolari assortite. Il trio offensivo, in poche parole, deve convivere con i cerotti.
Paulo Dybala, la guida
Purtroppo per Josè Mourinho, il match-winner contro il Verona, ovvero il norvegese Solbakken, non è inserito in lista UEFA, per cui l’attacco sarà limitato e obbligato. Sono pronti, ovviamente, Belotti, El Shaarawy o Volpato, ma i titolari hanno altro peso specifico. Tutto, oggettivamente, ruoterà attorno a Dybala. L’argentino ha già affrontato parecchie volte match di questa portata e, talvolta, ne è stato anche protagonista. L’argentino vuole prendere per mano la compagine romanista per portarla agli ottavi di finale e, successivamente, porre il proprio mirino verso quella Coppa che non è mai finita nella bacheca giallorossa. Nemmeno 32 anni fa…
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