Manca meno di un mese, con esattezza il 23 marzo 2023, e poi sarà nuovamente Italia-Inghilterra. Questa volta non si tratterà della Finale di un Europeo, ne tanto meno di una partita di Nations League. Gli Azzurri infatti tra 23 giorni inizieranno un percorso lungo e si spera non troppo tortuoso, che potrebbe portarli agli Europei 2024. Si partirà con il revival di un match visto tante volte, che lascia un retrogusto dolce, dolcissimo a qualsiasi tifoso italiano pronto a riassaporare anche solo con la mente quella storica serata di quasi 2 anni fa. Per far sì però che la partita contro gli inglesi e quelle a venire rimangano un pranzo ricco e saporito, evitando un amaro alla fine dei pasti, bisogna iniziare a mettere le fondamenta per costruire una squadra competitiva. E perché non iniziare proprio dal reparto difensivo?
Che ne sarà di Leo Bonucci?
Il c.t. della Nazionale Italiana, Roberto Mancini, in questo periodo che porterà sino all’inizio delle Qualificazioni europee, dovrà ritoccare reparti (e probabilmente lo sta già facendo da tempo) e rivedere gli uomini a disposizione. È indubbio che rispetto a due anni fa, e lo si è visto nelle ultime uscite, si possono trovare moltissime differenze nell’undici titolare. Confermato il postulato secondo cui si è ancora alla ricerca di un bomber di razza (che sembrano in via d’estinzione), sarà necessario apportare modifiche anche al reparto difensivo. Di quel blocco arretrato che ha cucito al centro del petto della maglia azzurra lo stemma di Campioni d’Europa, sarà complicato rivedere sin dall’inizio, l’uomo con più esperienza. Stiamo parlando di Leonardo Bonucci, falcidiato dagli infortuni.
Tra passato, presente e futuro
Il difensore classe ’87 in questa stagione ha faticato e sta continuando a farlo. L’età avanza, così come i problemi fisici. Quest’anno Bonucci tra Serie A, Champions ed Europa League, ha raccolto solamente 17 presenze. Influenze, problemi agli adduttori, problemi muscolari e panchine “cautelari”; l’ex giocatore del Bari ha calcato il terreno di gioco in rare occasioni. Mancini probabilmente non vorrà farne a meno, specialmente se si guarda all’aspetto carismatico, ma di certo si dovrà iniziare a puntare su giocatori più affidabili dal punto di vista della tenuta fisica e del rendimento in campo. E qui entrano in gioco diversi nomi, che sino a questo punto del massimo campionato italiano, stanno stupendo, giocando ottime partite: partendo da Francesco Acerbi, passando per Alessandro Bastoni e arrivando sino alle possibili “novità” Giorgio Scalvini e Nicolò Casale.
Affidabilità e innovazione
Del tandem interista, Mancini, difficilmente ne farà a meno. Bastoni e Acerbi sono due giocatori già rodati (nonostante la tenera età del primo), sia dal punto di vista tattico sia nell’undici italiano. Con Inzaghi i due difensori giocano all’interno del 3-5-2, lo stesso proposto dal c.t. della Nazionale specialmente nelle ultime uscite. La strada che li porta ad una maglia da titolari è dunque in discesa per Bastoni e Acerbi. Andrebbero ad occupare una zona del campo conosciuta molto bene da loro e i match disputati sino a questo punto della stagione stanno confermando la forza, la duttilità e la bravura di entrambe. Lanci dalle retrovie e costruzione di gioco dal basso, questi i punti forti del classe ’99; solidità ed esperienza per l’ex giocatore della Lazio.
Al loro fianco se Bonucci non dovesse sempre partire titolare, ma anche in chiave futura, si potranno vedere probabilmente due nomi in particolare: Giorgio Scalvini e Nicolò Casale. Il primo, 2003 scuola Brescia e Atalanta, con il Gasp quest’anno sta tirando fuori il meglio di sé. Anche lui abituato ad una difesa a 3 non disdegna sortite offensive, colpi di testa e soprattutto anticipi. Giovane dalle prospettive rosee, che lasciano ben sperare Mancini; ma oltre a Scalvini non va di certo sottovalutato Casale. 25 anni e tanta gavetta tra Serie C, B e poi finalmente A. Dopo un’ottima stagione lo scorso anno a Verona, l’ex giocatore di Empoli e Venezia tra tutte, è diventato imprescindibile negli schemi di Maurizio Sarri. Sta acquistando maggior esperienza anche a livello europeo, avendo disputato Europa e Conference League, e attirando l’attenzione del c.t.
Insomma guardare al passato con nostalgia è inevitabile, ma iniziando a disegnare le prime forme dell’Italia futura, guardando soprattutto il reparto difensivo, si può di certo ben sperare. D’altronde la diga difensiva italiana da sempre è studiata in qualsiasi latitudine del globo.
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