L’1-0 rimediato contro lo Sheffield United, secondo in Championship, pone fine alla corsa del Tottenham in FA Cup con la squadra di Antonio Conte, che però non sedeva in panchina perché ancora convalescente, che saluta così la competizione al 5° turno. Si conferma, dunque, complicato il rapporto del tecnico salentino con le coppe.
Mal di Coppa
L’unico successo, ad eccezione delle gare secche di Supercoppa, rimane la FA Cup del 2017/18 alzata con il Chelsea al termine di una stagione complicata che vide sfumare in campionato la qualificazione in Champions League. Nella stagione precedente alla guida dei Blues, invece, si arrese in finale. Ultimo atto conquistato invece una sola volta in Italia: con la Juventus (2011/12), pur senza alzare il trofeo.
Anche alla guida del Tottenham il percorso nelle coppe è risultato accidentato. Come in questa stagione, anche nel 2021/22 gli Spurs guidati da Conte lasciarono la competizione al 5° turno eliminati da una squadra di Championship, il Middlesbrough. Non è andata meglio in Carabao Cup: semifinale lo scorso anno, 3° turno (ko 2-0 col Nottingham Forest) in questa stagione. E anche al Chelsea finì allo stesso modo: un’eliminazione al 4° turno e una in semifinale.
Allergia europea
Difficoltà forse ancora più acuite in Europa: al netto della finale, comunque persa, di Europa League con l’Inter, in Champions finora il miglior risultato sono stati i quarti di finale del 2012/13 con la Juventus (doppio lo 2-0 con il Bayern Monaco). Poi tre eliminazioni ai gironi e una agli ottavi, in attesa del match di ritorno contro il Milan quando il Tottenham dovrà provare a ribaltare la sconfitta 1-0 subita al Meazza.
Coppe e campionati
Se in campionato Conte sta tenendo gli Spurs in corsa per un piazzamento Champions (sono quarti, ma Liverpool e Newcastle hanno rispettivamente sei punti e una partita in meno e quattro lunghezze e due match da recuperare), anche in questa stagione Conte sta faticando nei tornei a eliminazione diretta. Una costante nella carriera dell’allenatore salentino, confermata anche alla guida della Nazionale italiana quando ad Euro 2016 si arrese – seppure ai calci di rigore – ai quarti di finale ad una più quotata Germania, un contesto in ogni caso decisamente differente rispetto alle squadre di club.
Se in Europa i motivi di un rendimento così deficitario vanno ricercati soprattutto in una dimensione tattica (minore differenza in termini di intensità, atteggiamente eccessivamente prudente con i quinti bloccati in difesa chiamati a coprire ampie porzioni di campo, una difesa troppo in balia della tecnica degli avversari), nelle coppe nazionali emerge un altro limite di Conte: quello di non riuscire a coinvolgere appieno tutti i giocatori a disposizione non ricevendo adeguate risposte quando chiamati in causa saltuariamente come appunto nelle gare di coppa con turnover.
Prossima chiamata
Il Milan, in ogni caso, dovrà prestare attenzione: l’1-0 non permette rilassamenti e Conte in ogni caso ha dimostrato di saper interpretare le partite contro squadre italiane, a maggior ragione dovendo recuperare. Tuttavia, in una situazione in qualche modo simile, in Europa League contro il Benfica, adottò comunque un atteggiamento eccessivamente prudente per provare un’accelerata – che nei fatti non si è verificata – solo nel finale di gara, perdendo l’opportunità di giocarsi la finale allo Stadium. Mercoledì 8 marzo a Londra nel ritorno degli ottavi di Champions tra Tottenham e Milan il prossimo capitolo.
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