Quando si parla di Inter e Milan non si possono raccontare “solamente” le vicende di campo. Le due squadre proseguono spedite questa stagione di Serie A e Champions League. Nerazzurri e rossoneri si trovano infatti a pari punti in campionato (47) e al secondo posto. Raggiungere la capolista Napoli è praticamente impossibile (18 punti di distacco) e i passi falsi fatti sin qui non aiutano (l’ultimo della Beneamata in casa del Bologna è significativo). Nella massima competizione europea entrambe le compagini milanesi si trovano agli ottavi e hanno vinto le rispettive gare d’andata. Ma la notizia che da diverso tempo è al centro dell’attenzione dei media è sicuramente quella di un possibile nuovo stadio.
San Siro perde appeal: si muove il Milan
San Siro, la “Scala del calcio”, sembra aver perso il proprio appeal, almeno agli occhi della società. Una struttura storica, che ha visto calcare il terreno a campioni: nazionali, europei e mondiali. Uno stadio dal fascino intramontabile specialmente per chi fuori dall’Italia lo vede da lontano con una sorta di aura mistica a circondarlo. Ma che per l’Inter e il Milan sembra oramai obsoleto. Lo stesso sindaco Sala fino a qualche giorno fa ha dichiarato: “San Siro non lo vuole più nessuno, è evidente. Non è un problema di costi perché potremmo darlo anche a una sola delle due società a un prezzo stracciato, ma Inter e Milan ritengono di non poter ottenere abbastanza ricavi. Sono amareggiato da sindaco, da cittadino e da tifoso…”. Delle dichiarazioni forti ma che rendono benissimo l’idea.
Le due squadre si credeva potessero proseguire assieme in un cammino pronto a dare linfa nuova a San Siro; ma il Milan negli ultimi giorni ha preso una posizione differente. Appena 48 ore fa si è svolto infatti un vertice a palazzo Marino, tra il sindaco Beppe Sala, l’ad corporate dell’Inter, Alessandro Antonello e il presidente rossonero Paolo Scaroni. La società rossonera ha quasi spiazzato la dirigenza nerazzurra ufficializzando un interesse formale a realizzare un nuovo stadio sull’area dell’ex ippodromo La Maura. Adesso il Milan dovrà analizzare bene tutta l’area presa in considerazione e dare una risposta al primo cittadino entro 2/3 settimane. Si calcoleranno bene spese, costi ed eventuali impedimenti, come ad esempio quello della salvaguardia dell’attività ippica o della salubrità ambientale. Dal canto suo l’Inter ha da subito risposto presente, dichiarando di avere un piano B per la costruzione in una zona al di fuori del Comune di Milano. Insomma una cosa è evidente: la voglia di fuga delle società da San Siro.
Il Milan e i possibili vantaggi dello stadio di proprietà
Il Milan, così come tante società di Serie A, brama uno stadio di proprietà: ma si deve molto spesso fare i conti con le amministrazioni locali. Gli affitti elevati pagati dai club di massima serie per poter usufruire delle strutture, di certo ostacolano le possibili concessioni da parte dei comuni, che non vogliono privarsi del possesso degli impianti. Ma sulla scia di quanto fatto e ultimato dalla Juventus ormai 12 anni fa, i rossoneri vogliono uno stadio di proprietà. La Vecchia Signora è infatti riuscita, dopo tante lotte burocratiche, ad ottenere la concessione a 99 anni (rinnovabile) dell’area in cui sorge oggi l’Allianz Stadium. Dunque diventerà arduo per il Comune di Torino “impossessarsi” dello stadio al termine della concessione del diritto di superficie.
Un enorme affare quello della Juve, che oltre ad avere un proprio stadio, ha ottenuto dei vantaggi non indifferenti, specialmente dal punto di vista dei ricavi. Si pensi che nei primi 8 anni di Stadium (dal 2011 sino al 2019), i bianconeri hanno incassato più di 400 milioni di euro. Una cifra inimmaginabile per qualsiasi altra società italiana. Tutto ciò ha di certo ingolosito i presidenti di molte squadre, tra cui quello del Milan, e ora proprio in chiave rossonera si aspettano delle novità in merito alla questione. Ma una cosa è certa, avere un impianto di proprietà porta vantaggi dal punto di vista dei ricavi, dell’immagine e del brand del club, oltre che del broadcasting.
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