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Calcio italiano

Kean, Balotelli, Zaniolo: quando la testa non supporta un talento straordinario

Per aspera ad astra, 40 secondi e aria d’Oriente. Sembrano racconti di una raccolta di libri: si parla invece di Balotelli, Kean e Zaniolo

Moise Kean Nicolò Zaniolo

Chissà quando e se rivedremo mai in futuro una foto simile a quella in copertina. Due fulgidi talenti con indosso la maglia della Nazionale italiana, che con la loro tecnica e classe potrebbero incantare e conquistare le maggiori praterie europee e mondiali, ma che per indole, pensiero e carattere sono quasi relegati a co-protagonisti in un film che si spera, possa cambiare un finale già visto e rivisto. E a Moise Kean e Nicolò Zaniolo, i due soggetti in questione, se ne aggiunge un terzo, che cresce sempre più, purtroppo, anagraficamente parlando. Si tratta di Mario Balotelli. Difficile accostargli un soprannome che in passato lo descriveva al meglio e lo rendeva unico: Super.

“Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l’ho sperperato.” Celeberrima frase di uno dei primi, se non il primo (almeno nel mondo del calcio) grande genio sregolato del pallone: George Best. Certo magari prima di lui ce ne sono stati tantissimi di calciatori in grado di incantare sul campo e dribblare i problemi fuori dal rettangolo di gioco, ma mediaticamente parlando, Best, è l’iniziatore di questa lunga scia. Nel caso però dei nostri tre italiani non si tratta di vizi puramente materiali, ma di costanza, e di non riuscire a mantenere sempre livelli altissimi (nelle loro corde) a causa di un carattere a volte indolente: proprio come l’ex talento nordirlandese.

Da “Per aspera ad astra” a “Why always me”

Partendo dal più “anziano” Mario Balotelli, come si può dimenticare l’incredibile Europeo giocato nel 2012? Quella competizione rappresenta perfettamente quella che è stata poi e sin qui, la carriera del giocatore nato a Palermo. Strapotere fisico (indimenticabile l’emblematica gara con la Germania), tecnica, classe e ascesa immediata, seguita però da una picchiata incontrollabile e inevitabile in grado di riportare coi piedi per terra anche il più umano degli dei del pallone. E nonostante quell’argento ottenuto, tre Campionati italiani vinti in precedenza così come la Supercoppa, la Champions League e un Campionato inglese (oltre ad altri trofei), quando si parlerà di Balotelli lo si farà con una certa tristezza. L’attaccante classe ’90 avrebbe potuto tatuarsi per aspera ad astra con una carriera differente, magari guidando la Nazionale a una grande vittoria. Ma dentro al cuore e stampato sulla maglietta ha preferito Why always me?

40 secondi

E se rivedere Balotelli ad alti livelli e sotto la guida del c.t. Mancini sembra davvero difficile, potrebbe essere ancora possibile per Zaniolo e Kean. I due si tolgono appena un anno (classe ’99 il primo ’00 il secondo) e già in tenera età sembrano aver smarrito la retta via che porta al successo. Vuoi per inesperienza, vuoi per la gestione di pressioni più grandi di loro, il tandem sopracitato sta facendo fatica a trovare costanza. Ma c’è ancora tempo per rimediare e si spera si possa trovare una panacea al mal di crescita. L’attaccante della Juventus è reduce da un rosso rimediato in appena 40 secondi dopo il calcione rifilato ieri a Mancini nella gara con la Roma. Entro, spacco, esco (senza aver dato nulla ai compagni). Questo motto può e deve cambiare.

Aria d’Oriente

Sarà invece complicato seguire Zaniolo da vicino perché migrato verso la Turchia, sponda Galatasaray. Il giocatore ex Roma lo si può ricordare benissimo per le sue fiondate di sinistro, per (sfortunatamente) gli infortuni e soprattutto per quanto successo nell’ultimo periodo nella Capitale. Tra inseguimenti Western (inconcepibili) e fughe in Liguria, alla fine il calciatore ha deciso di cambiare location. Anche in questo caso si spera per il futuro del giocatore prima e per dare lustro del calcio italiano poi, che più a Oriente l’aria sia leggere e rinfrescante. C’è tempo e voglia di aspettare (senza abusarne) calciatori con questa tecnica, forza e bravura. 

Foto: LaPresse

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