La parola fine arriverà molto presto. Venerdì 10 marzo, quando la Corte Sportiva d’Appello avrà il compito di mettere luce su quanto accaduto a Cremona tra José Mourinho e Marco Serra. Di cose se ne sono dette tante, forse anche troppe, ma il caso nato dai fatti dello stadio Zini rappresenta un unicum nel panorama del nostro calcio. Non capita spesso, infatti, che un fischietto dell’Aia rischi il deferimento e la squalifica. Un’ipotesi possibile che, se confermata, darebbe ragione a Mou e metterebbe a rischio la carriera di Serra.
Tutte le tappe del caso
La vicenda risale alla sfida tra Cremonese e Roma dello scorso 28 febbraio, poi vinta 2-1 dai grigiorossi. La squadra di Ballardini sta rendendo la vita durissima ai giallorossi, complice il vantaggio firmato dopo appena 17 minuti da Tsadjout su sponda di Valeri. La tensione è altissima, lo stadio “Zini” caldissimo. Mourinho, nello spogliatoio, deve aver strigliato i suoi, apparsi troppo imprecisi e svagati nel corso del primo tempo. Ma appena si torna in campo succede il fattaccio. Il tecnico portoghese, improvvisamente, esplode di rabbia nei confronti del quarto uomo Marco Serra e viene espulso dall’arbitro Piccinini. Una reazione smodata, quella dello Special One, che fatica a controllare la sua furia. Il rosso è inevitabile ma tutti si chiedono cosa possa essere accaduto.
A fine gara, infatti, Mou spiega alla stampa l’accaduto. E non usa mezzi termini: “Serra mi ha mancato di rispetto e ha detto cose che non possono essere ripetute. Sarò anche un allenatore focoso, ma non sono matto. Se ho reagito in quel modo un motivo ci sarà. Non mi era mai successo in carriera. Voglio capire se ho la possibilità di adire le vie legali contro di lui”. Parole al vetriolo, che scatenano la bufera. Tanto che l’analisi della partita passa in secondo piano, almeno per la Roma e per Mourinho. Ballardini, dal canto suo, si gode la prima vittoria stagionale della Cremonese.
La sera, in televisione, anche un ex arbitro come Luca Marelli definisce il comportamento di Serra poco consono rispetto al suo ruolo. Parla di postura sbagliata e di modo di rivolgersi inadatto: “Un quarto uomo non deve mai dare le spalle a un allenatore mentre gli dice qualcosa, deve guardarlo in faccia. Il suo compito è quello di spiegargli cosa sta accadendo e tranquillizzarlo, con fare deciso ma rispettoso. Anche il fatto che avesse le mani in tasca è spiacevole, le direttive dell’Aia in tal senso sono chiare. Vedremo cosa succederà”.
Pochi giorni dopo il giudice sportivo squalifica Mou per 2 giornate. Inevitabile, in prima istanza, dove fa sempre fede il referto arbitrale. Ma la Procura Federale ha aperto un caso e il ricorso del club giallorosso, che per policy societaria non si oppone mai alla decisioni della giustizia sportiva, questa volta non si fa attendere. Cominciano le audizioni dei vari testimoni. Il tecnico portoghese viene ascoltato per primo, poi toccherebbe a Serra ma l’incontro slitta. Il tempo è tiranno, si gioca quasi ogni giorno, e così prima della sfida con la Juventus arriva il contrordine: squalifica sospesa, serve un approfondimento di indagini.
Le parole di Sarri e il servizio de Le Iene
La Roma batte la Juve ma il caso Serra-Mourinho continua a tenere banco. Sia tra i media che tra gli addetti ai lavori. Il fato ci mette del suo quando decide di anticipare da giovedì a martedì la gara di andata degli ottavi di Conference League tra Lazio e AZ Alkmaar. Maurizio Sarri entra in sala stampa e appena gli chiedono della squalifica del collega portoghese cala l’asso di bastoni: “Il trattamento riservato a Mourinho? Forse una sospensione alla carriera”. I due già non si amano, con il derby nelle vicinanze (si gioca il 19 marzo) il tutto risuona come la prima schermaglia. La frase impazza sui social come fosse una scheggia impazzita, ma fortunatamente non detona.
Fa molto più rumore, invece, il servizio girato da Le Iene nei giorni scorsi, che agganciano Serra in stazione e gli pongono qualche domanda. Non prima, però, di avere sentito un esperto in lettura labiale per cercare di capire quali parole siano uscite dalla bocca del fischietto torinese. La sua interpretazione (“Ti stanno prendono tutti per il c… Vai casa, vai a casa”) differisce molto da quella di Serra, che durante l’intervista de Le Iene si difende. O quanto meno cerca di farlo. “Non ho detto quelle parole lì, ho detto un’altra cosa. Ti stai mettendo lo stadio contro. Vai nell’area, vai nell’area”.
La palla è nella mani della Corte Sportiva d’Appello, che venerdì 10 marzo metterà fine al caso. Caso che potrebbe fare storia, perché stando ad alcuni rumors Serra rischierebbe addirittura il deferimento e la conseguente squalifica. Se così fosse la sua carriera all’interno dell’Aia sarebbe a forte rischio o quanto meno subirebbe una brusca frenata. L’ultimo fischietto deferito risale infatti ai tempi di Calciopoli. Non proprio una vicenda come tante.
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