Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Calcio estero

Antonio Conte, sono lontani i giorni magici: i motivi della crisi tecnica e un futuro in discussione

Il tecnico pugliese si è fermato ancora una volta agli ottavi di finale di Champions. Il suo contratto scade a giugno, gli Spurs si interrogano sul domani

Antonio Conte
Foto Davide Spada/LaPresse 14 Febbraio 2023 Milano, Italia - sport, calcio - AC Milan vs Tottenham Hotspur FC - UEFA Champions League 2022/2023 andata ottavi di finale - Stadio San Siro. Nella foto: Antonio Conte (allenatore Tottenham FC); 14 February 2023 Milan, Italy - sport, calcio - AC Milan vs Tottenham Hotspur FC - UEFA Champions League 2022/2023 round of 16 - San Siro Stadium. In the pic: Antonio Conte (Tottenham FC);

Ancora una volta Antonio Conte si ferma agli ottavi di finale di Champions League. A fare fuori il suo Tottenham è stato il Milan di Stefano Pioli. Una squadra forte, senza dubbio, ma non imbattibile. E soprattutto giovane e inesperta in campo internazionale. E’ questo ciò che più stona nell’eliminazione degli Spurs. Perché se è vero che gli inglesi venivano da una stagione, quella scorsa, vissuta in Conference League con più amarezze che soddisfazioni, il quarto posto in Premier e soprattutto le belle prestazioni fornite da Kane e compagni in Champions facevano pensare a tutt’altro esito per questo doppio confronto.

E invece, inutile girarci intorno, i quarti per il tecnico italiano sono diventati un vero e proprio tabù. E questa cocente delusione potrebbe cambiare il suo destino sulla panchina degli Spurs. Il contratto di Conte scade a giugno e il rinnovo è tutt’altro che scontato. Lui stesso, serafico, ha dichiarato che il club potrebbe mandarlo via prima, senza troppi giri di parole. Ma la frase suona come una provocazione, visto che il Tottenham occupa la quarta posizione in Premier e mancano tre mesi alla fine del campionato. Certo è che l’ex Ct azzurro sembra aver perso il tocco magico, quello che fino a qualche anno fa gli aveva permesso di vincere tre campionati con la Juve, uno con il Chelsea e un altro con l’Inter.

Spurs, un’eliminazione che brucia

Per Conte il percorso iniziato l’anno scorso da subentrante è appena cominciato. Ha sempre detto che ci sarebbe voluto tempo per ricostruire qualcosa di importante a Londra dopo le macerie lasciate da Mourinho ed Espirito Santo, che in due stagioni hanno distrutto quanto di buono fatto dal loro predecessore Mauricio Pochettino. I due tecnici portoghesi hanno fatto malissimo sulla panchina degli Spurs. E se per il secondo c’è l’attenuante del curriculum (Valencia, Porto e Wolverhampton sono piazze difficili ma non come quella di Londra), per il primo non c’è nemmeno quella: arrivato dopo la finale di Champions League persa contro il Liverpool, nel 2019-20 lo Special One ha chiuso al sesto posto per poi farsi cacciare a gennaio l’anno successivo, poi concluso in settima piazza.

Il tecnico italiano è ripartito da qui. Anzi, è entrato in corsa subentrando a Espirito Santo dopo 10 giornate della scorsa Premier. Ha raccolto il testimone quando la squadra aveva 15 punti (5 vittorie e 5 sconfitte) e ha chiuso al quarto posto a quota 71 (17 successi, 5 pareggi e 6 ko). Davanti a lui sono arrivate solo corazzate come Manchester City, Liverpool e Chelsea. E l’obiettivo prefissato, il ritorno in Champions, è stato centrato. Quest’anno, però, tutti si aspettavano un ulteriore salto di qualità. Che per Conte è stato fatto attraverso le belle prestazioni fornite in Europa prima del ko con il Milan e restando stabilmente nei primi posti in campionato. Ma che al contrario per gli addetti ai lavori avrebbe significato battere i rossoneri ed entrare nelle migliori 8 squadre del nostro continente. 

Rosa da oltre 700 mln, Conte è in crisi? 

La Premier, in effetti, è il campionato più difficile del mondo e toglie tante energie. Fisiche e mentali. Restare ai piani alti è complicato. Anche per questo, nella conferenza stampa post partita, Conte ha tenuto a sottolineare che l’eliminazione è giunta per mano dei campioni d’Italia, non una squadra qualsiasi. Per di più storicamente abituata a certi palcoscenici. Una magra consolazione per i tifosi e per la dirigenza, che ha in Fabio Paratici il più strenuo sostenitore dell’ex allenatore di Juve e Inter ma che in queste ore sta riflettendo sul suo destino. Il nodo è capire se quello che Conte dice è vero, ossia che il suo Tottenham oggi non ha un organico in grado di lottare per traguardi ambiziosi (vittoria della Premier o della Champions), o se piuttosto non si tratti di un’involuzione tecnica da parte sua.

La certezza è che la rosa a disposizione di Conte, secondo Transfermarkt.it, vale più di 700 milioni di euro (per fare un raffronto quella del Milan è stimata intorno ai 570). Inevitabile quando tra le tua fila puoi avvalerti di giocatori come Lloris, Dier, Romero, Lenglet, Perisic, Emerson Royal, Bentancur, Hojbjerg, Son, Richarlison, Kulusevski e Kane, che rappresentano il top del calcio mondiale. Nella sconfitta contro il Diavolo, il consueto 3-4-3 di Conte è mancato di quella intensità che ha fatto le sue fortune sia in Serie A che in Premier, e persino in Nazionale. Ci si sarebbe aspettati un Tottenham arrembante come quello visto nelle ultime partite, capace di arrivare mediamente 15 volte al tiro nell’arco dei 90′. Invece tutto questo non si è visto e la qualificazione è sfuggita. Ecco perché gli Spurs si interrogano sul futuro del proprio allenatore. Che i giorni migliori del 53enne originario di Lecce siano ormai alle spalle? Ai  posteri l’ardua sentenza.

Continua a leggere le notizie di OA Sport Calcio e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *