Neanche il migliore riesce a cambiare un leitmotiv che va avanti da anni ormai. Sì certo 4 stagioni fa è pure arrivata una finale di Champions League…ma è già passato diverso tempo e anche in quel caso è arrivata una batosta. Ci si è dovuti accontentare di una medaglia d’argento riposta (probabilmente) qualche istante dopo la gara col Bayern, nel cassetto dei ricordi poco graditi. L’altra questione che ancora il PSG non ha pienamente compreso è la seguente: il postulato secondo cui più investo sul mercato in entrata (e non parliamo di poche decine di milioni di euro), più vinco…difficilmente ha riscontro sul campo quando a mancare è una guida tecnica solida e d’esperienza, in grado di gestire al meglio dei campioni.
Tanto talento…
In una rosa composta da giocatori come Mbappé, Neymar, Marquinhos, Donnarumma, Verratti, e Lionel Messi (oltre a tanti altri), viene difficile utilizzare la parola allenare. Un mister esperto sa benissimo che in questi casi sì, si possono migliorare schemi di gioco, tattiche e propinare anche consigli, ma sulla tecnica dei singoli c’è poco da discutere. Il francese, il brasiliano con la caviglia di cristallo e l’argentino(Campione del Mondo in carica peraltro), non hanno di certo bisogno di ricercare una lingua comune. Quella universale e utilizzata sul rettangolo in erba è efficace e tra di loro ci si può anche comprendere. Ma il vero problema in questa squadra sta con ogni probabilità nella mancanza di coesione all’interno dei Galácticos parigini. Come se vedere dialogare i fenomeni non bastasse e ci si trovasse davanti a delle isole, il che ha dei forti contro oltre ai pro. Quando la squadra è in difficoltà si punta puramente sulle giocate dei singoli, che le hanno nelle loro corde: ma non basta a volte e in certi palcoscenici. Serve spirito di gruppo.
Nella serata di ieri, e ancora una volta “per colpa” del Bayern Monaco, il PSG è stato eliminato agli ottavi di Champions Leauge. Gli uomini di Galtier sul campo hanno lottato veramente in pochissime occasioni, riuscendo a costruire qualcosa di pericoloso solamente in maniera sporadica senza per giunta pungere letalmente i bavaresi. Forse più che badare alla sola tecnica era necessario portare un po’ più di sana e intramontabile cattiveria agonistica e solidità in mezzo al campo. Ma ancora una volta il semaforo che divide i francesi dalla “Coppa dalle grandi orecchie”, rimane rosso. Si credeva che l’arrivo di un alieno come Messi avrebbe aiutato a fare il definitivo salto di qualità, spoiler: neanche questo è servito.
…poca sostanza
La “Pulga” si sarà anche seduta definitivamente nell’Olimpo degli dei del calcio lo scorso 18 dicembre. Sarà anche il probabile futuro vincitore del Pallone d’Oro, l’ennesimo di una carriera gloriosa. Ma lui non è bastato. Nel 2021/22 il PSG è uscito sempre agli ottavi, ma con il Real Madrid; nell’anno precedente in semifinale con il Manchester City. E quando in tutta la tua storia, vincente solamente in patria (di fatto è così), escluse una Coppa Intertoto e una Coppa delle Coppe, in una sola occasione arrivi sino in fondo (perdendo) nella massima competizione europea per club…qualcosa va certamente rivisto. Quando si deve invertire una rotta storicamente poco trionfale, non è necessario spendere milioni su milioni su milioni per ottenere la Champions League. Servono idee, programmazione, un buon traghettatore…e sostanza. Quest’ultima parola poco conosciuta nei dintorni della splendida Parigi.
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