Viene difficile dare torto al c.t. della Nazionale Roberto Mancini. A maggior ragione quando per varie questioni, tra infortuni e problemi interni, si deve pescare dal addirittura dal campionato argentino un giocatore che in un qualsiasi campionato Europeo disponibile, ad esempio, non ha mai messo piede. Questo perché magari nessun altro attaccante italiano è riuscito ad incidere a tal punto da meritare una chiamata. Dunque in questo caso si tratta di una vera e propria scommessa: o (ci auguriamo) Retegui riuscirà ad impattare benissimo sul terreno di gioco con la maglia Azzurra così da prendere un posto da titolare. O come è più fisiologico: avrà bisogno di un periodo di adattamento.
Serie A: prevalenza straniera
Insomma per capire come reagirà il giovane e se realmente calcherà il terreno di gioco, bisognerà attendere il match di giovedì sera al Maradona contro l’Inghilterra. Ma in ogni caso le responsabilità del ragazzo restano e resteranno relative. Sì perché alla base di questa carenza di giocatori italiani in grado di fare la differenza, si può trovare la risposta nelle basi del sistema calcio italiano e anche in Serie A. Nella massima serie della Penisola è impressionante il dato che riguarda i giocatori totali. In tutto, i professionisti tesserati nella competizione dominata dal Napoli sin qui, sono ben 562. 352 di questi, dunque il 62.6 %, non sono italiani.
Un dato preoccupante che si sta ripercuotendo soprattutto in termini di convocazione in Nazionale. La tendenza dei club negli ultimi anni è stata quella acquistare calciatori provenienti dall’estero, con maggiore esperienza, piuttosto che promuovere nuove figure dai settori giovanili e dunque “nostrane”. Il grave e grande problema è il seguente: molto più semplice (ma meno conveniente in termini monetari) affidare le sorti di una squadra ad un ipotetico top player navigato, per vedere risultati immediati, piuttosto che guardare avanti e dare responsabilità a qualcuno di più giovane ma italiano.
La dimostrazione? In Serie A, nella Top 10 dei migliori marcatori del campionato, ci sono solamente due giocatori: Immobile e Zaccagni. E nelle squadre che stanno brillando nel torneo e in Europa, la prevalenza e tutt’altro che italiana: è il caso del Napoli, dell’Inter e del Milan, che in Champions League stanno ottenendo grandi risultati ma con un undici costituto maggiormente da giocatori esteri. Lo stesso vale per la Roma e la Fiorentina, impegnate rispettivamente in Europa e Conference League. Dunque ritornando all’affermazione riportata nel titolo e l’attacco iniziale del pezzo: purtroppo Roberto Mancini non ha torto. Chissà però che le due mancate qualificazioni ai Mondiali e l’andamento claudicante degli Azzurri nell’ultimo periodo, non porti a delle riforme a favore di giovani ragazzi italiani.
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