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Wilfried Gnonto ignorato dai club italiani, riferimento in Inghilterra e jolly in Nazionale

L’ala azzurra si sta prendendo il Leeds settimana dopo settimana. Un esempio di poca lungimiranza delle società italiane, sempre meno ricche di talento nostrano

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Wilfried Gnonto (© LaPresse)

Tre squadre italiane ai quarti di Champions? Non si può parlare di rinascita del nostro calcio, al massimo dei club di Serie A. Ci fossero 50/60 giocatori italiani sarebbe diverso, magari anche la metà, così no. Su tre squadre gli italiani titolari sono al massimo 7/8“. Parole lapidarie quelle di Roberto Mancini durante la conferenza stampa di presentazione della sfida per le qualificazioni all’Europeo contro l’Inghilterra. Dal suo avvento, il CT dell’Italia si è spesso dovuto improvvisare talent scout, lanciando giovani talenti da far mettere nel mirino delle squadre nostrane. Come accaduto con Sandro Tonali, Nicolò Zaniolo e, in ultimo caso, Wilfried Gnonto.

Fino a pochi mesi fa in pochi erano a conoscenza delle qualità del calciatore nato a Verbania da genitori della Costa d’Avorio. Anzi, probabilmente la maggior parte dei tifosi italiani non avevano idea della sua esistenza. Almeno fino alla prima convocazione da parte di Mancini durante l’estate 2022, con il CT estasiato dalle sue prestazioni con le selezioni minori. Il tutto dovuto alla sua scelta, nel 2020, di passare allo Zurigo.

Il suo passaggio in Svizzera venne accolto con numerose perplessità da parte degli addetti ai lavori. Perché un calciatore che sta scalando vertiginosamente le gerarchie delle giovanili dell’Inter, entrando in Primavera a 16 anni nemmeno compiuti, decide di fare le valigie e trasferirsi in un campionato almeno sulla carta meno competitivo? Risposta più semplice di quel che si pensi: per giocare con i grandi e mettersi alla prova. 

Quella di Gnonto è stata una scelta presa pesando in maniera adeguata il proprio futuro. La paura di arrivare in prima squadra e fare fatica ad emergere in nerazzurro sia per questioni anagrafiche che tattiche, costringendolo così alla solita girandola di prestiti, lo ha portato a varcare il confine. In un campionato probabilmente meno performante, ma con l’opportunità di mettere sul piatto il suo talento, anche tra i professionisti. La sua mossa ha innegabilmente pagato, grazie anche a Mancini che ha creduto in lui.

La convocazione in Nazionale, le presenze da titolare e il primo gol con la Germania lo hanno definitivamente lanciato verso la stratosfera, ed in estate è arrivata la chiamata del Leeds, in Premier League, che ha sborsato quattro milioni e mezzo più bonus per portarlo ad Elland Road. Una cifra abbordabilissima per i grandi club italiani, che hanno però preferito non investire su Gnonto. E zitto zitto, l’esterno sta prendendo in mano la squadra di Javi Gracia per conquistare la salvezza. E intanto il valore si impenna, diventato almeno quattro volte più alto rispetto a pochi mesi fa. Senza un minimo di coraggio nell’investire, gli italiani nelle grandi squadre rimarranno sempre sette o otto…

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