La prestazione di Mateo Retegui di ieri sera contro l’Inghilterra è stata variamente commentata, spesso senza un centro di equilibrio sensato che mettesse in evidenza il contesto e la partita stessa che ha dovuto affrontare il centravanti del Tigre. Di questo ragazzo del 1999 si inizia a parlare due settimane fa. Lo fa Roberto Mancini per non sorprendere troppo gli addetti ai lavori e soprattutto l’ambiente intorno alla Nazionale, dicendo che avrebbe potuto convocare questo calciatore italiano per parte di madre.
Questo ragazzo arriva a Coverciano dall’Argentina, fa tre allenamenti con compagni che non aveva nemmeno mai visto, scende in campo da titolare contro l’Inghilterra in una squadra in cui non ha mai giocato e riesce anche ad andare in gol. Un tourbillon di emozioni e fatiche anche fisiche che avrebbero fiaccato un toro.
Presupponendo tutto questo, cosa abbiamo visto in campo da parte di Retegui? A prima vista sembra un centravanti molto old-style, da sgrezzare completamente per quel che riguarda la lettura del gioco. Ha un buon fisico e soprattutto ottima stamina, tanto è vero che ieri sera continuava a pressa anche al 90’. Ha un buon tiro, riesce anche a smarcarsi bene, come abbiamo visto in occasione del suo gol.
Nei contrasti è stato quasi impalpabile contro due colossi contro Maguire e Stones, non riesce bene a legare il gioco offensivo, non sembra avere guizzo palla al piede e non è stato mai pericoloso sui tanti cross messi in area dai nostri esterni.
Tutto sommato è un centravanti discreto, ma che ha delle enormi possibilità di migliorare. Potrebbe farlo se la sua carriera avesse una svolta, magari giocando in qualche buon club europeo. Non è un prospetto da buttare subito via, anzi con la nostra penuria bisognerebbe coltivarlo e coccolarlo. Se Roberto Mancini ha fatto questa scelta però è proprio per metterlo sotto i riflettori del calcio italiano e dargli la chance di diventare un attaccante di livello. Starà a lui, alla fortuna, alle persone che incontrerà lungo il suo cammino farlo accadere.
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