L’Italia è nel bel mezzo dell’ennesima ricostruzione degli ultimi anni. Roberto Mancini sta provando a ricostruire una squadra che possa dire la sua nei prossimi grandi appuntamenti. Se nelle ultime settimane è stato l’attacco a finire al centro delle discussioni, con la convocazione dell’italoargentino Mateo Retegui, bisogna pensare anche agli altri reparti. Nello specifico, a chi potrà ricoprire il ruolo di regista in luogo di Jorginho.
Il centrocampista dell’Arsenal è stato uno dei peggiori in campo nel ko contro l’Inghilterra. Ad essere onesti, i clienti che si trovava di fronte non erano dei più semplici, Declan Rice e Jude Bellingham sono tra i migliori interpreti al mondo. Ma fino a poco più di un anno fa, anche Jorginho Frello rientrava a pieno meriti in questo novero. Da geometra di una squadra azzurra che ha vissuto un periodo da record culminato con il successo agli Europei.
Paradossalmente, proprio nel giorno del grande successo della sua carriera, è iniziata una lenta discesa. In un momento che, se fosse andato diversamente, poteva insignirlo addirittura del Pallone d’oro. Ci riferiamo al mancato rigore della vittoria, battuto al suo solito modo: qualche passo felpato, saltino e conclusione angolata rasoterra. Pickford però capì il trucco per disinnescarlo, rimanere fermo fino all’ultimo e aspettare la conclusione, mandando la sfera sul palo. La vittoria arrivò comunque per l’Italia, ma da lì il Jorginho che conoscevamo è lentamente evaporato.
A parte i rigori sbagliati che avrebbero potuto consegnare alla Nazionale la qualificazione ai Mondiali, ma la sua importanza nell’economia del gioco sembra essere scesa sempre più. Un po’ di precisione in meno nelle letture, un ritmo leggermente in flessione sotto il profilo fisico: lo stesso Chelsea ha preferito non rinnovarlo e fare a meno di lui a gennaio, diventando un Gunner dove però non ricopre il ruolo di titolare fisso, in costante lotta con il capitano Granit Xhaka.
E oggi, la probabile esclusione con Malta. Non deve essere questa partita a definire la discesa nelle gerarchie di Jorginho nello scacchiere di Mancini, visto che il CT opterà per un turnover abbastanza vasto. Ma in fondo è visibile che il passo dei giorni migliori sia un ricordo. E un’alternativa è obbligatoria.
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