Seguici su

Azzurri

Roberto Mancini può lasciare la Nazionale? Le ultime dichiarazioni, i possibili scenari e le alternative

I rumors sul possibile ritorno di Conte, i presunti malumori del Mancio, i risultati che faticano ad arrivare. Ma il Ct non sembra intenzionato a mollare

Pubblicato

il

Roberto Mancini Ct Nazionale azzurra
Roberto Mancini, Ct della Nazionale azzurra (©LaPresse)

Le voci si rincorrono. Tante e confuse. Come un brusio di sottofondo molto fastidioso. Roberto Mancini lascia la Nazionale azzurra? Sì, lo vuole il Paris Saint Germain. E c’è Antonio Conte, appena liberatosi dal Tottenham, pronto a prenderne il posto. No, ha ancora tre anni di contratto, non vuole mollare. Punta dritto al Mondiale 2026 per il riscatto, e prima ancora alla Nations League e all’Europeo 2024. La verità, naturalmente, la sa solo il diretto interessato. E la Figc, forse, che parla quotidianamente con il suo commissario tecnico. L’uomo che ha riportato l’Italia sul tetto d’Europa nell’estate del 2021. Non proprio una vita fa.

Tutto inutile, non impariamo mai. Lo sport, in particolare quello di squadra, è fatto di scelte e di tempo per lavorarci sopra. Ogni allenatore le fa nella convinzione di fare il bene dei propri ragazzi, del proprio staff, del suo stesso destino. Perché è legato ai risultati più di ogni altra figura nel mondo del lavoro, probabilmente. Nel caso di Mancini le scelte che fa coinvolgono una nazione intera, l’Italia. Il tecnico di Jesi ha delle idee e le porta avanti. Possono piacere o non piacere. Possono essere condivise o meno. Ma nei giudizi che vengono dati sul suo operato, nelle voci che si rincorrono su di lui e su quel che sarà, l’assurdo è uno e uno soltanto: chi vive la Nazionale da fuori valuta solo i risultati. Il resto conta zero. Meno di niente. E tutti, ma proprio tutti, puntano il dito contro questa e quella scelta. Tutte sbagliate, ovviamente. Come se con un giocatore al posto di un altro l’Italia, come per in incanto, potesse diventare più forte dell’Inghilterra e passarle sopra.

Riavvolgiamo il nastro e ricordiamo

Se ci fermassimo un momento a pensare, però, ci accorgeremmo dell’assurdo in cui siamo. Quando il Mancio ha vinto l’Europeo i problemi del movimento azzurro erano gli stessi. Così come i problemi della squadra. C’era un solo centravanti, Immobile, con Belotti come riserva. C’erano pochi difensori centrali dietro agli inossidabili Bonucci e Chiellini, ovvero Toloi e Acerbi. C’era un centrocampo di qualità intorno al quale gli azzurri hanno costruito l’impresa culminata con il trionfo ai rigori di “Wembley”. C’erano un Chiesa e un Insigne ispirati. Ma soprattutto c’era quell’alchimia che nel calcio spesso fa la differenza. Un po’ come successo all’Argentina all’ultimo Mondiale. A volte i singoli, seppure meno bravi di altri, si fondono in un unico nucleo che supera tutti gli ostacoli. E’ una specie di magia.

In un anno e mezzo di giocatori di livello assoluto capaci di elevare il tasso tecnico di questo gruppo non ne sono venuti fuori. E’ cresciuto Raspadori, è esploso Dimarco, è emerso Scalvini. E poi? Poco altro. La colpa, però, è di Mancini. Che ha sì mancato un Mondiale che era ormai cosa fatta (anche se i due rigori decisivi li ha poi falliti Jorginho), forse per la troppa riconoscenza nei confronti del gruppo che lo aveva portato sul tetto d’Europa, ma che in fin dei conti ha fatto anche di più di quello che ci si poteva attendere. Probabilmente l’unica cosa che dovremmo chiedergli ora è l’inserimento, nel più breve tempo possibile, di quei quattro o cinque ragazzi di belle speranze che sono emersi negli ultimi sei mesi: su tutti Udogie, Miretti, Fagioli Baldanzi. E se ci sono oriundi con delle qualità sopra la media, come quelle mostrare da Retegui, perché non dovrebbe insistere?

Un Mancio tutt’altro che rassegnato

Ma noi no. Meglio cambiare Ct. Bisogna farlo per salvare la Nazionale e invertire la rotta. “Mancini non ha più la grinta che serve, è stanco e sta pensando di lasciare. Vuole un club. E’ per questo che le sue scelte sono così confuse e ha rinnegato sé stesso iniziando a convocare gli oriundi”. “Prima diceva che voleva puntare sugli italiani, ora afferma che non ci sono attaccanti abbastanza forti. E lascia a casa Zaccagni, non è possibile”. Sono questi i pensieri che si susseguono nella testa di molti italiani, alimentati dalle voci che si rincorrono. Come un brusio di sottofondo. Lo stesso che nasce e segue gli azzurri ogni volta che qualcosa non funziona. Anzi, che i risultati non arrivano. Dall’alba dei tempi.

Però Mancini, intanto, intervistato da Sky a margine di un torneo di padel risponde con il sorriso e spiega le sue decisioni. Si prende le sue responsabilità, il Ct. “Se Zaniolo e Zaccagni restano a casa ci sono dei motivi, le porte restano aperte a tutti. Gli oriundi? Se troviamo giocatori validi li valutiamo, li studiamo e poi prendiamo delle decisioni. Ognuno può dire quello che vuole ma lascia il tempo che trova”. Non proprio le parole di uno che sta pensando di lasciare. Anche perché il Mancio è sempre stato uno diretto. La corte del PSG può essere anche reale ma se stesse pensando di abbandonare l’azzurro siamo certi che sarebbe il primo a farlo sapere alla stampa. E ai tifosi.

Ecco perché crediamo poco nell’Antonio Conte-bis. Il tecnico leccese si è liberato dal Tottenham, è vero, ma allenare una Nazionale, per uno come lui, è sempre stata una sofferenza. Conte crede nel duro lavoro quotidiano, nel sudore e nell’intesa che si affina giorno dopo giorno sul campo. Cosa che con l’Italia potrebbe fare solo in parte. Meglio un club, con Inter e Juve alla finestra. In tutti i casi sarebbe un ritorno. Ma Mancini ha una missione: riportare gli azzurri ai Mondiali. Parole sua. E noi ci crediamo. 

Continua a leggere le notizie di OA Sport Calcio e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *