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Serie A

Juventus-Inter, cosa ha detto la Coppa Italia in vista dell’Europa

Un’Inter nervosa ma coraggiosa, la solita Juve sorniona che sa soffrire per poi piazzare la zampata. Le due squadre sono pronte per le coppe

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Juventus - Inter Coppa Italia 2022-23
Juventus e Inter schierate prima dell'andata della semifinale della Coppa Italia 2022-23 (©LaPresse)

Pronte per l’Europa, anche se ognuna a modo suo. La Juve con il suo fare sornione, mai troppo appariscente ma quasi sempre efficace. L’Inter con i suoi nervi tesi, come una corda che pare spezzarsi da un momento all’altro ma alla fine tiene il peso (enorme) cui è sottoposta. La semifinale di andata della Coppa Italia 2022-23 ha emesso un verdetto che, almeno sulla carta, dovrebbe far felici i tifosi di entrambe le squadre: Juventus e Inter ci sono, Sporting Lisbona e Benfica sono avvisate. Per centrare le semifinali di Champions ed Europa League ci sarà da sudare. E da combattere.

Juventus-Inter di martedì sera è stata una battaglia. Si sapeva che lo sarebbe stata, perché il derby d’Italia genera sempre tensioni particolari. A prescindere che si tratti di campionato o coppa. Ma se le tre espulsioni nel finale (Cuadrado da un lato, Handanovic e Lukaku dall’altro) sono state più figlie di una cattiva gestione da parte dell’arbitro Massa che del nervosismo (un direttore di gara non può non valutare lo stato d’animo di un giocatore bersagliato a lungo da tutto lo stadio ed estrarre il secondo giallo per quel tipo di esultanza, se lo fa il calcio va alla deriva), sul campo i nerazzurri sono apparsi senz’altro la squadra più tesa e pronta a implodere. Inevitabile, probabilmente, visto il momento difficile che la squadra di Inzaghi sta attraversando.

Un’Inter sul filo del rasoio

L’1-1 finale è il risultato più giusto. Senza ombra di dubbio. Ma è arrivato quasi per caso, per un fallo di mano evitabilissimo di Bremer a 30 secondi dal triplice fischio. Un’ingenuità colossale che ha ridato vita ai cuori dell’Inter, quasi spenti dopo una partita giocata bene ma ormai data per persa. Al solito, il problema dei nerazzurri è stata la poca lucidità sotto porta. Perché le occasioni sono arrivate, il gol no (proprio come in campionato, con 3 reti nelle ultime 5 gare). E qui sono emersi due elementi: il nervosismo tra i giocatori, con Martinez (ma non solo) che più volte ha mandato a quel paese i suoi compagni, e la rassegnazione di Inzaghi, scuro in volto per gli errori dei suoi ragazzi e per la sfortuna su alcune conclusioni a botta sicura respinte dalla difesa bianconera.

Due elementi che devono far riflettere in vista della doppia sfida che vale la stagione. Martedì 11 aprile a Lisbona, contro il Benfica, tensione e nervosismo dovranno sparire. La squadra di Roger Schmidt è forte e piena di entusiasmo. Allo stadio “Da Luz”, in vista del ritorno in programma mercoledì 19, non sono permessi passi falsi. L’Inter ha tutte le carte in regola per qualificarsi e tornare a sognare una finale dopo quella del 2010, poi vinta con Mourinho. Ma per farlo serve l’unità di intenti che ha caratterizzato la prima parte di stagione nerazzurra, quando arrivarono la vittoria sul Barcellona a “San Siro” e il successivo pareggio per 3-3 al “Camp Nou”. Il gioco e le qualità dei singoli non sono in discussione, la partita di martedì contro la Juve lo ha certificato. Ma bisogna usare la testa, e il cuore, oltre ai piedi.

Juve cinica e compatta

E la Juventus, invece? Beh, i bianconeri hanno dimostrato una volta di più come Allegri sia stato bravo a forgiare il gruppo intorno alle difficoltà legate al caso plusvalenze e alla conseguente penalizzazione di 15 punti. Il tecnico, da buon toscano, ha toccato le corde giuste dei suoi giocatori. E ora ha una squadra che lotta e difende su ogni pallone, magari commettendo qualche errore ma lavorando sempre insieme, come piace al suo allenatore. La Vecchia Signora, unica tra le big italiane capace di abbinare le qualità tecniche di una grande allo spirito di sacrificio di una medio-piccola, è tornata in tutto e per tutto. Con il suo cinismo e la sua compattezza.

Stando così le cose, il doppio confronto con lo Sporting Lisbona giustiziere dell’Arsenal fa meno paura. Ma è chiaro che l’andata di giovedì 13 aprile, all’Allianz Stadium di Torino, giocherà un ruolo chiave per il passaggio del turno. Un successo in casa metterebbe in discesa il discorso qualificazione, soprattutto se guardiamo le caratteristiche della Juve: una squadra cui piace attendere l’avversario per poi far male negli spazi che si creano quando recupera il pallone. Anche in Coppa Italia i bianconeri hanno lasciato fare la partita all’Inter, soffrendo e venendo fuori nel finale di gara. Il copione è sempre quello, sia contro le piccole che contro le grandi. Ma poco importa: la Juve, come l’Inter, c’è. Ed è pronta per l’Europa.

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