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Champions League

Pioli batte Spalletti. Tra formazione, tattica, paura e timori: il Napoli deve tornare fiammante in casa

L’analisi tecnica di Milan-Napoli, match di andata dei quarti di finale di Champions League

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Il Milan dopo il gol dell'1-0 (© LaPresse)

Il primo round è del Milan. I rossoneri alzano le proprie quotazioni per raggiungere la semifinale di Champions League, battendo il Napoli grazie al gol di Ismael Bennacer. La squadra rossonera ha giocato una partita assai compatta, accettando il fatto di non avere il pallino del gioco per lunghi tratti e speculando sul fatto che gli azzurri non avessero a disposizione la loro arma segreta, Victor Osimhen.

IL MILAN HA ACCETTATO DI GIOCARE IN DIFESA

Partiamo da Pioli, che ha confermato il 4-2-3-1 con cui nelle ultime settimane ha ritrovato solidità, utilizzando Bennacer da distruttore di gioco più che da trequartista vero e proprio. Dall’altra parte Spalletti ha confermato il blocco che l’ha portato a dominare il campionato, a parte l’assenza di un centravanti e la scarsa forma di Raspadori. Per ovviare, la soluzione è stata di schierare Elmas da falso nueve sfruttando il suo tasso tecnico.

Ma non è bastato al Napoli che per lunghi momenti ha avuto il controllo della partita tra le mani. Gli azzurri hanno creato occasioni, impensierendo Maignan, ma senza trovare quegli strappi che hanno reso letale lo scacchiere di Spalletti. Quei movimenti creati dalla fisicità straripante di Osimhen, capace di portarsi da solo due o più difensori dietro e di creare scompiglio tra le retroguardie solo con la sua presenza.

LA TRAPPOLA DIFENSIVA DI PIOLI

Dunque la manovra azzurra ha provato a sprigionarsi molto sulle fasce, cercando spesso Kvaratskhelia, ma Pioli ha attuato la sua trappola sul georgiano, costantemente raddoppiato ogni volta che toccava palla grazie al superlavoro di Brahim Diaz in ripiegamento. Il Milan ha alternato molto momenti di pressing e altri in cui ha abbassato il baricentro, basandosi sulle ripartenze, e da lì è arrivato il gol decisivo.

Perché se c’è un aspetto in cui i rossoneri hanno dimostrato di essere sicuramente superiori, quello è l’atletismo nei propri uomini chiave. Theo, Leao, Brahim Diaz hanno giocato un match da quattro polmoni. Mentre il Napoli è parso un po’ affaticato in alcuni tratti di partita, non risultando lucido come sempre e pagando molto la difesa alta.

GIOCANDO IN 10, IL NAPOLI NON OFFRE SPAZI

Paradossalmente, l’espulsione di Zambo Anguissa è stata quasi un toccasana per gli azzurri. La squadra di Spalletti ha abbassato notevolmente il baricentro per difendersi e i quattrocentisti in rossonero non hanno avuto più spazi per offendere, patendo ancor di più il palleggio degli avversari che sono andati vicini al gol del pari. 

Un 1-0 che poteva terminare tranquillamente con un altro risultato e nessuno avrebbe potuto recriminare. Il Napoli esce ferito, ma non morto dalla battaglia di San Siro. Con la spinta del pubblico ed un Osimhen in più, la storia può cambiare.

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