Grazie al doppio 2-0 ottenuto contro il Chelsea, Carlo Ancelotti approda per la nona volta in carriera in semifinale di Champions League, la quarta alla guida del Real Madrid.
Destino
Il tecnico emiliano sembra essere fatto apposta per sedere sulla panchina dei Blancos. La predilezione naturale per le Coppe di Ancelotti e il suo aplomb ben si sposano con la vocazione europea madridista e con le pressioni che questa comporta.
Tatticismo
Per stessa ammissione di Ancelotti il Real non vuole avere un’identità definita, quanto piuttosto adattarsi al contesto che di partita in partita si presenta davanti. Il tecnico madridista può contare anche su una qualità talmente elevata nei singoli da riuscire a piegare il match con i colpi dei singoli, al di là del piano gara adottato da se stessi o dagli avversari.
Blues
Anche nell’ultima sfida contro il Chelsea, che doveva rimontare il 2-0 patito all’andata al Santiago Bernabeu, il Real ha ceduto sotto tutti i principali dati statistici, dal possesso palla (54,2% a 45,8% per i ragazzi di Frank Lampard) ai tiri (19-9 totali, 6-6 nello specchio). Alla fine però il tabellino recitava ancora 2-0 per gli spagnoli.
Mistica
Il Real, anche durante la vittoriosa campagna 2021/22, ha dimostrato di saper attraversare mari in tempesta in ogni turno, senza andare a sbattere contro gli scogli che ha incontrato. È riuscito proprio aggrappandosi alle proprie individualità a transitare indenne durante i vari incontri giocati per poi piegarli a proprio piacere grazie alla qualità dei singoli arrivando ad alzare il trofeo.
Scenari
In questa stagione, i Blancos sembrano riusciti a a mantenere questa abilità, con in più la consapevolezza costruita sul successo dello scorso anno e sulla tradizione che può vantare il club. Per questo rimane il Real Madrid la squadra da battere per vincere la Champions League.
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