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Calcio italiano

Crisi di giovani: gli under 21 debuttanti in Serie A, chi sono gli 11 italiani all’esordio?

La diffidenza delle squadre italiane nei confronti dei giovani continua: solo 11 italiani esordienti quest’anno, con l’eccezione Juve.

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Fabio Miretti (@ LaPresse)
Fabio Miretti (@ LaPresse)

Il calcio italiano e i giovani hanno un evidente problema e questo si sa da anni. Si pensava però che di fronte a nuove ristrettezze economiche l’idea di far giocare di più i giovani fosse più sentita ma non è così.
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motivi per cui si utilizzano così pochi under 21 in Italia sono diversi. Si parla di tara antropologica, secondo cui noi abbiamo l’idea che l’esperienza in alcuni casi sia sempre più utile della freschezza. Altri ribaltano il discorso, sottolineando come siano i giovani a non osare, accontentandosi troppo spesso dello status quo, forse l’unica mezza verità riguarda le ossessioni di ogni squadra in Italia, che ha il suo piccolo o grande traguardo da raggiungere “maledettamente adesso” e cerca in tutti i modi per farlo, senza importarsi del futuro.

Di sicuro i giovani in Italia sono pochi e pochi sono decisivi. Nella stagione 2022-2023 hanno esordito 38 under 21 e soltanto 11 sono italiani. Eccoli nel dettaglio: Fazzini e Degli Innocenti dell’Empoli, Montevago, Malagrida e Paoletti della Sampdoria, Vignato del Monza, Milanese e Acella della Cremonese, Bianco della Fiorentina, D’Andrea del Sassuolo e Barbieri della Juventus.

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Come si può vedere siamo agli stereotipi, se non di più. Osano un po’ di più coi giovani le squadre che si sentono ormai alla deriva, quelle che hanno un’antica storia di giovani lanciati in prima squadra oppure la Juve che ha svoltato a U quest’anno, scegliendo di dare fiducia a un core più giovane che servirà a costruire la squadra del prossimo futuro.

Si potrebbe fare molto di più, anche perché il materiale umano poi quando è messo alla prova (vedi proprio i vari Fagioli, Miretti, Baldanzi, per non parlare dei tanti stranieri under 21 come Hojlund, De Winter, Gonzalez) non è affatto male. Bisognerebbe guardare oltre la partita prossima e oltre il traguardo a brevissimo termine. Ma è una vita che si dice, ma ancora nessuno lo mette in pratica.

Foto: LaPresse

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