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Pafundi, Baldanzi, Casadei: l’Italia ha trovato tre talenti cristallini

I “big three” hanno brillato nel 3-2 sul Brasile al debutto ai Mondiali Under 20 in Argentina. Ma dietro di loro sembrano esserci tanti altri giovani di valore

Cesare Casadei e Matteo Prati con la nazionale azzurra under 20
Cesare Casadei e Matteo Prati con la nazionale azzurra under 20 - foto Lapresse

Tre diamanti grezzi, ma non solo. Il debutto da sogno dell’Italia di Carmine Nunziata ai Mondiali Under 20 ha rivelato agli occhi di tutti il talento di alcuni giovani destinati a far parlare di loro: Cesare Casadei, Tommaso Baldanzi e Simone Pafundi. La vittoria per 3-2 sul Brasile del Ct Ramon Menezes, fresco campione del Sub-20, il più importante campionato riservato alle Nazionali sudamericane, ha confermato le qualità di questi tre ragazzi. Chi aveva dubbi forse ora li avrà fugati. Ma la notizia migliore per l’Italia è che di giocatori bravi, in questo gruppo, ce ne sono tanti altri.  

I tre moschettieri azzurri

Partiamo dai tre big. Casadei ha segnato due gol: il primo di testa, la specialità della casa, il secondo su rigore. E ha pure fornito l’assist per l’1-0 di Prati con una spizzata aerea a centro area. Tecnica e carisma non gli mancano di certo. E a livello giovanile la sua fisicità gli permette di essere dominante. Col Brasile è apparso evidente. Per sfondare tra i “grandi” dovrà adattare il suo stile di gioco. Ma l’esperienza col Reading, in Premiership, lo sta già aiutando in tal senso. I 10 milioni di euro investiti dal Chelsea sul classe 2003 originario di Cervia sembrano davvero ben spesi. Forse l’Inter potrebbe pentirsene.

Che dire poi di Baldanzi? Il “folletto” dell’Empoli, all’esordio assoluto con l’Italia Under 20, ha indossato la maglia numero 10 come se nulla fosse. E ha giocato una gran partita contro i campioni del Sudamerica, sulla carta la squadra più forte al mondo. Il club di Fabrizio Corsi ha puntato su di lui in Serie A e adesso, forte della salvezza già acquisita, gli ha concesso questa opportunità. Un po’ per interesse, perché se dovesse continuare a giocare così il costo del suo cartellino salirebbe alle stelle, ma anche perché il classe 2003 di Poggibonsi se la merita tutta. Sarà anche piccolo ma a quanto pare non ha paura di niente.

Lo stesso si può dire di Pafundi. Che, lo ricordiamo, essendo nato il 14 marzo 2006 di anni ne ha 17. E qui parliamo di Nazionali Under 20, ragazzi un bel po’ più grandi e con ben altre esperienze sul campo. Lui però non ha fatto una piega. Ha cucito il gioco con intelligenza e classe formando una coppia da urlo con Baldanzi alle spalle di Pio Esposito, centravanti della Primavera dell’Inter, un altro che di anni ne ha pochini (è un classe 2005) ma che quest’anno ha segnato 15 gol da sotto età. Visto contro il Brasile, il numero 80 dell’Udinese non può più non trovare spazio in prima squadra. Il suo talento è cristallino. Deve giocare. 

Un gruppo che fa ben sperare

La buona nuova è che intorno ai “big three” sembra esserci un gruppo di alto livello. Esposito, fratello del già affermato Sebastiano e di tre anni più piccolo, non ha trovato il gol ma ha giostrato bene da centravanti facendo reparto quasi da solo. In mezzo Matteo Prati, conterraneo e coetaneo di Casadei, oltre a sbloccare la gara con un perfetto inserimento da dietro ha disputato 90′ di qualità e quantità. Le 21 presenze in Serie B con la Spal, nonostante la retrocessione, gli hanno fatto più che bene. Giacomo Faticanti, perno della Primavera della Roma, è stato quasi perfetto davanti alla difesa. E il bello è che i tre della linea mediana sono tutti centrocampisti moderni: alti (si aggirano intorno ai 185 cm), tecnici e abbastanza rapidi.  

Anche in difesa sono emerse buone individualità. Su tutte quella di Gabriele Guarino. Il centrale dell’Empoli, classe 2004 nato a Bari, finché è rimasto in campo non ha concesso nulla agli attaccanti verdeoro. Nemmeno al temutissimo Marcos Leonardo, uno che con la prima squadra del Santos ha già segnato una quarantina di gol e che infatti ha realizzato una doppietta solo quando Guarino ha dovuto chiedere il cambio per un problema al ginocchio. Hanno fatto bene anche Mattia Zanotti e Riccardo Turicchia, baby terzini di Inter e Juventus, mentre Daniele Ghilardi del Verona dall’alto dei suoi 189 centimetri ha sofferto un po’ la rapidità degli avversari. E il portiere Sebastiano Desplanches, di proprietà del Milan, si è dimostrato sempre sicuro. Forse è presto, perché una rondine non fa primavera. Ma questa Italia, tra presente e futuro, fa davvero sognare. 

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