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Simone Pafundi dispensa gioco e illumina i Mondiali Under 20. Classe 2006 strepitoso

Il giovane talento dell’Udinese è un centro di gravità permanente dell’Under20 di Nunziata, nonostante i tre anni in meno

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Simone Pafundi (© LaPresse)

Non poteva esserci un debutto migliore per l’Italia Under20 ai Mondiali di categoria. Una vittoria brillante contro il Brasile, una delle squadre favorite per alzare il trofeo, arrivata dopo 60 minuti illuminanti, in cui gli azzurri hanno strapazzato i pari età verdeoro. La copertina è tutta per Giacomo Casadei, autore di due reti e di un assist, ma poco dietro, assieme a Tommaso Baldanzi, si staglia una figura piccola di statura ma che potrebbe giganteggiare nel nostro calcio. Nome e cognome, Simone Pafundi.

Un profilo già ampiamente discusso durante questa stagione, da quando Roberto Mancini ha deciso di includerlo tra i convocati azzurri nel novembre 2022. Seguito poi da una dichiarazione forte da parte del CT della Nazionale: “Le nostre convocazioni sono: prima Pafundi e poi tutto il resto (…) Vorrei si allenasse con i più grandi per migliorare in fretta, crediamo nelle sue potenzialità e ai miei tempi i campioni di 17 anni giocavano titolari in Serie A“. Mentre lui aveva giocato solo pochi minuti nell’estate 2022 e, da allora, ha accumulato solo altre otto presenze in massima serie. Poche tracce per parlare di talento vero, visto ben poco agli occhi del grande calcio.

Ma ieri, allo stadio Malvinas Argentinas di Mendoza, Simone ha però incantato. Sicurezza nella gestione del pallone, sempre la cosa giusta da fare con il pallone tra i piedi, una consapevolezza dei propri mezzi non comune per un calciatore che sta partecipando ad un Mondiale Under20. Ricordandoci di un piccolo, piccolissimo particolare: è un classe 2006. 17 anni compiuti da poco. Ed è già visto come leader tecnico da Carmine Nunziata e da ragazzi di due o tre anni più grandi.

Sono quelle caratteristiche che rendono un calciatore davvero speciale. Simone Pafundi è già un punto di riferimento per la selezione azzurrina e vede in questa competizione iridata un piccolo trampolino di lancio. Tornando ancor più consapevole delle proprie qualità e battagliare per un posto con la maglia dell’Udinese nella prossima stagione. Per riconfermare quelle parole di Mancini, che i diciassettenni forti giocavano già titolari in A. E sprigionare quel talento di cui è dotato.

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