Il mancato secondo cartellino giallo a Lamela, o magari un rosso diretto per la gomitata rifilata a Ibanez, e il tocco di mano in area di Fernando. Due episodi che hanno scatenato l’ira di José Mourinho e di tutti i tifosi giallorossi contro l’arbitro inglese Anthony Taylor. “Sembrava spagnolo”, ha detto lo Special One a fine gara. Che nel post partita ha poi rincarato la dose di imprecazioni nei suoi confronti – “Sei una disgrazia” – prendendo di mira anche Roberto Rosetti, presidente della Commissione Arbitri dell’Uefa: “Eri d’accordo con loro”.
Uno sfogo duro, anzi durissimo, che ha fatto da contraltare alla sportività e l’umanità mostrate dal tecnico lusitano sul campo dopo il fischio finale. Il discorso ai suoi giocatori, presi per mano quasi uno ad uno e rincuorati, con Dybala e Bove che faticavano a fermare le lacrime. Poi l’applauso agli avversari e alla curva dei tifosi del Siviglia. Altro gesto di grande signorilità in un calcio che oggi, sempre più, fatica a dare meriti ai vincitori ma trova facilmente un alibi di fronte ad ogni sconfitta.
Una sconfitta che fa male
Una volta davanti alle telecamere e ai microfoni, però, Mourinho ha cambiato atteggiamento. Non ha usato mezzi termini e si è lasciato andare a parole forti sia contro il direttore di gara che, in parte, contro la società Roma. Già, perché lo Special One si è sentito abbandonato dal club, troppo solo di fronte alle intemperie di una stagione positiva ma che sarebbe potuta essere favolosa con un parafulmini in più. Almeno a suo dire: “Ci ho sempre messo la faccia io, non ho più voglia di essere sia l’allenatore che l’uomo comunicazione. I miei ragazzi meritano di più”. Un messaggio chiaro e semplice. Per restare voglio di più: la famiglia Friedkin è avvisata.
Insomma l’arbitraggio di Taylor, a dire di Mourinho lacunoso e costellato di errori anche marchiani, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’anno di contratto che lega il portoghese alla Roma non dà alcuna certezza che il connubio – fin qui molto positivo – prosegua anche nella prossima stagione. Per il club giallorosso si tratta di un bel problema, perché con lui in panchina la squadra è cresciuta anno dopo anno e sono arrivate due finali europee: quella di Conference vinta l’anno scorso e quella persa ieri sera con il Siviglia. Il richiamo di un tecnico come Mou è ancora forte per alcuni giocatori che, senza di lui, difficilmente sposerebbero la causa della Roma. Il futuro, in questo momento, è nebuloso e pieno di incognite.
Roma derubata? No. E Mou deve restare
I fatti alla fine sono questi: la Roma ha giocato una grande finale ma l’ha persa. L’arbitro Taylor ha inciso il giusto. Certo, il fallo di mano di Fernando poteva essere punito con un rigore e il fallo di Lamela poteva valere un rosso. Ma gli episodi fanno parte del gioco, così come il giudizio dell’arbitro. Non si è trattato di due errori evidenti e clamorosi ma solo di due valutazioni, che ci potevano stare. La squadra deve prendere quanto di buono fatto in questa stagione e ripartire da qui. In primis vincendo domenica con lo Spezia e guadagnandosi la prossima Europa League. Ma soprattutto ripartendo da Mourinho. E accontentandolo il più possibile. Perché il condottiero di questa Roma deve essere lui. Nel bene e nel male. Solo lo Special One può riportare in alto la Magica.
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