Con il gol di Andrea Meroni del Cosenza al 95’, il Brescia perde i playout contro la squadra calabrese che si era imposta in casa per 1-0 grazie a un gol di Marco Nasti e scivola in serie C, categoria dalla quale mancava da 41 anni.
In tutti questi anni ha vissuto molti momenti in serie B, lottando quasi sempre per le parti alte della classifica e anche tanti anni, davvero dorati in serie A. Quando nel 1983-84 infatti il Brescia riuscì ad essere promosso in serie B, gli servì solo un anno per passare in A, con una squadra in cui i perni erano Daniele Zoratto a centrocampo e bomber Tullio Gritti in attacco.
Iniziò da quel momento un balletto che durò molti anni tra A e B, fino a quando il presidente Luigi Corioni portò di nuovo la squadra in A e vi rimase per cinque stagioni di fila, riuscendo ad arrivare addirittura ottava in campionato nella stagione 2000-2001 e l’anno succesivo semifinalista in Coppa Italia e finalista in Coppa Intertoto, sfiorando così la partecipazione alle coppe europee.
Chi c’era in quella squadra? Prima di tutto una luce, Roberto Baggio, che dispensava magie, ma con lui anche Igli Tare, Luca Toni, Federico Giunti, i gemelli Filippini e, udite udite, Josep Guardiola, tutti allenati da Carlo Mazzone.
Ma anche prima e dopo il Brescia ha avuto grandi calciatori tra le sue fila, come Gheorghe Hagi e Ioan Sabau, Marco Piovanelli, Cristiano Doni, Andrea Pirlo, Aimo Diana e infine Vittorio Mero, morto troppo presto proprio mentre indossava la casacca bresciana.
Oggi questa società riparte dalla C ed è di sicuro una sconfitta per tutti perché il Brescia aveva una rosa per cui poteva tranquillamente salvarsi. Qualcosa, anzi molto è andato storto, ma spesso tornare indietro è solo un modo per ripartire più forte. Questo è quello che sperano a Brescia.
Foto: LaPresse
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