Partiamo subito da un immagine chiara, anzi dall’immagine chiara: quella in copertina. La prima cosa che si nota in questo scatto è sicuramente l’esultanza dei giocatori della Francia Under 21. Niels Nkounkou, Arnaud Kalimuendo e soprattutto Bradley Barcola (autore del gol), stanno esultando dopo il gol del 2-1 siglato dal numero 17. Ma più in basso, e non messo a fuoco, si può scorgere un giocatore dell’Italia del ct Paolo Nicolato con il numero 15 sulla schiena steso per terra, che sta tenendo la gamba perché dolorante: si tratta di Caleb Okoli.
Ma come si è arrivati da un fallo nettissimo commesso da Gouiri per recuperare il pallone, seppur l’unica cosa che abbia toccata siano gli stinchi del giocatore azzurro, al gol di Barcola poi risultato decisivo? Bisognerebbe chiedere innanzitutto al direttore di gara: l’olandese Allard Lindhout. Come si fa a non fischiare un evidente fallo e dunque a fermare un’azione viziata già da principio con un intervento killer a gamba tesa da parte del giocatore francese? La risposta l’arbitro l’ha data: ha fatto proseguire il contropiede della Nazionale francese guidata da Sylvain Ripoll.
VAR E GOL LINE TECHNOLOGY
OGGI COME 21 ANNI FA, LA UEFA DOVREBBE RINNOVARSI
Come se non bastasse, Lindhout, al grave errore del fallo non fischiato, poco prima, ha aggiunto una mancata concessione di un rigore evidentissimo e netto sempre all’Italia sul colpo di testa di Pirola (indirizzato verso la porta) bloccato dal braccio di Kalulu. Poi sul finire la ciliegina sulla torta amarissima, la stessa assaporata negli ottavi di finale del Mondiale 2002: e chi può dimenticare lo scempio commesso da Byron Moreno quel 18 giugno? Colpo di testa di Bellanova nettamente al di là della linea (guardando le immagini c’è veramente poco da discutere), salvataggio disperato di Lukeba che spazza più lontano che può. È gol no? Ve lo ricordiamo noi: no, per l’arbitro si può proseguire.
Una linea sottile, lo stesso fil rouge lega Corea del Sud-Italia di 21 anni fa a Francia-Italia Under 21 di ieri, sfida valida per il primo turno dell’Europeo di categoria: la mediocrità di un direttore di gara non all’altezza, non supportata dalla tecnologia che, due decenni fa, sembrava quasi utopistica. In una competizione continentale ma in una manifestazione calcistica in generale, non si può rinunciare al VAR o alla gol line technology.
Una decisione scellerata quella della UEFA che molto spesso ha dato l’impressione quasi di voler ritornare al passato: ma se la caratura dei fischietti, internazionali per giunta, è la stessa dell’arbitro di ieri, come si può rinunciare a quelli che dovrebbero essere supporti? Oramai è necessaria la presenza della tecnologia all’interno degli stadi: è preistorico, ai limiti dell’inammissibile, pensare il contrario. E la UEFA, forse, ancora non lo ha pienamente compreso.
Foto: LaPresse
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