Azzurri
La prossima Italia Under 21 sarà con i vicecampioni del mondo tra gli Under 20: la musica cambierà?
Brucia, nel corpo e nell’anima, questa eliminazione dagli Europei Under 21. L’Italia di Paolo Nicolato non partiva sicuramente con i favori del pronostico per poter chiudere un digiuno che dura da diciannove anni. Ma non sembrava nemmeno materiale per una prematura uscita al primo turno della competizione continentale. Invece, vari fattori si sono mescolati. Troppa stanchezza dopo una lunga stagione in alcuni dei giocatori chiave, una proposta di gioco mai troppo convincente, apparsa quantomeno vecchia. E da aggiungerci anche un po’ di sfortuna, tra decisioni arbitrali cervellotiche (con la Francia) e un paio di reti più difficili da sbagliare che da mandare in porta.
Ma ciò che conta è che gli azzurrini tornano nuovamente a casa con le pive nel sacco, e molti giocatori che fanno parte di questo ciclo saluteranno la compagnia senza aver ottenuto nulla da questa esperienza. L’anno massimo di eleggibilità sarà il 2002: quindi saluteranno la compagnia quattordici dei ventitré giocatori che facevano parte di questa spedizione, tra cui spiccano Sandro Tonali, Fabiano Parisi, Marco Carnesecchi e Nicolò Rovella. Tenendo conto che altri due giocatori che rientrano nel range, Giorgio Scalvini e Wilfried Gnonto, sono stati ‘prestati’ dalla Nazionale maggiore, bisognerà ricostruire un nuovo ciclo.
Un ciclo che può accogliere i giocatori che hanno fatto sognare un intero popolo ai Mondiali Under 20 di quest’estate. Ci sono profili interessantissimi nella rosa di Carmine Nunziata, primo fra tutti quel Cesare Casadei che può diventare in breve tempo il leader del centrocampo azzurro. Pronto al salto anche Simone Pafundi, a patto di poter giocare più minuti con l’Udinese, e anche Matteo Prati e Mattia Zanotti, cuori e polmoni al servizio della squadra. Senza dimenticare altro, come Tommaso Baldanzi, un progetto di vero e proprio numero 10.
Ma si sa come i profili, presi in singolare, non possono cambiare così di netto le cose. Il talento è nulla senza controllo: ci vorrà in primis un progetto che possa permettere ai giocatori di potersi esprimere nella maniera migliore. Magari contornati da altri piccoli campioni, un nove capace di spostare gli equilibri (che anche a questa Under 20 è mancato). Ma non possiamo fare gli indovini, lo scopriremo solo vivendo…
Foto: LaPresse
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