Due gol e quattro assist a zero. È questo il risultato del confronto tra Marcus Thuram e Timothy Weah dopo le prime sei giornata di campionato. Un bilancio a favore dell’attuale nerazzurro.
Centralità
L’attaccante di Simone Inzaghi, inoltre, è diventato subito centrale nelle rotazioni del tecnico: sempre titolare e con 427 minuti di campionato all’attivo, cui vanno sommati anche quelli in Champions League.
Arretrato
Non così Weah: partito nell’undici iniziale solo nelle prime due uscite della Juventus e complessivamente ha giocato 186 minuti, di cui due terzi proprio nelle due gare inaugurali del campionato bianconero.
Aspettative
Uno scenario forse inaspettato considerato le aspettative con cui i due figli d’arte erano arrivati in Italia, con Weah pronto a prendersi l’eredità di Juan Cuadrado sulla fascia destra della Juve e Thuram a fare da rincalzo a Milano.
Responsabilità
Invece le attese hanno finito per spingere Weah sempre più fuori, almeno in questa fase, dalla formazione iniziale di Massimiliano Allegri, mentre le responsabilità piovute sulle spalle del numero 9 nerazzurro dopo il mancato ritorno di Romelu Lukaku hanno spinto in alto Thuram.
Tattica
L’impianto tattico bianconero, poco codificato, non ha affatto agevolato l’inserimento di Weah, al contrario di quello di Inzaghi, abituato a cucire la propria proposta di gioco sulle caratteristiche dei giocatori a disposizioni al contrario di Allegri che spesso sceglie un “battesimo del fuoco” per i nuovi arrivati che, qualora fallissero il test, tornano ai margini in attesa di una nuova chance.
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