Un talento puro e cristallino. Da sgrezzare sembra esserci davvero poco perché nonostante la giovane età, 17 anni, le doti tecniche sono innate: vanno solo coltivate senza essere eccessivamente invadenti. E, allo stesso modo, non si può e non si deve attendere che Simone Pafundi appassisca, abbandonato a sé stesso in panchina. Lo scorso 21 novembre, appena due giorni fa, abbiamo assistito a due gol del classe 2006: due reti messe a segno con l’Italia Under 19 in grado di far ottenere un importantissimo punto ai giovani azzurrini nella corsa all’Europeo di categoria.
Ma soffermiamoci maggiormente sulla prima marcatura, arrivata al secondo minuto del primo tempo. Una botta, a giro, da distanza siderale: un tiro chirurgico all’incrocio dei pali, degno delle traiettorie disegnate in Holly e Benji. Pura poesia, uno spettacolo per gli occhi in grado di riscaldare il cuore dei più scettici in vista dell’Italia che verrà. A questo punto, però, sorgono spontanei dei quesiti: perché, Simone Pafundi, lo stesso in grado di regalare magie con la maglia della Nazionale, non trova spazio con il proprio club? Perché non trova spazio tra le file dell’Udinese?
Sinceramente viene difficile rispondere e l’interrogativo rimane e rimarrà inevaso sino a quando Cioffi, magari più di Sottil, non lo impiegherà con maggiore assiduità. Ad oggi, Pafundi, con la maglia bianconera ha raccolto solamente 7 minuti in Serie A nella sfida contro la Fiorentina lo scorso 24 settembre, e 53 minuti in Coppa Italia con il Cagliari.
Dopodiché ha saltato le prime tre gare di campionato per una pubalgia mentre nel corso delle restanti sfide è rimasto seduto in panchina. Vedendolo in azione con la maglia azzurra sembra inspiegabile: non resta che attender e capire se, magari, con la nuova gestione tecnica troverà maggiore spazio e fiducia.
Foto: LaPresse
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